SE... FANTASY: MANTOVA

SE CONTARDO FOSSE STATO A MANTOVA....

NON E' POI IMPOSSIBILE COME EVENTUALITA', DAL MOMENTO CHE, NEL PERCORSO RACCONTATO NEL LIBRO, CONTARDO ARRIVA FINO A SAN BENEDETTO PO. AVREBBE CERTAMENTE POTUTO DECIDERE, DA LI', DI PORTARSI NELLA BELLA CITTA' DI MANTOVA.

 RIPERCORRI I PASSI DI CONTARDO: SIAMO  ALLA  TREDICESIMA TAPPA DEL PELLEGRINAGGIO.



MANTOVA
Nel 37 fu qui martirizzato Longino, il centurione romano che ferì Gesù al costato e che divenne custode del suo sangue e alcuni anni dopo giunse a Mantova e vi predicò anche Barnaba, autore del vangelo apocrifo Gli Atti di Barnaba. Nel 452 a Governolo si svolse il celebre incontro nel quale papa Leone I fermò l'avanzata verso Roma di Attila. Evento storico determinante per il successivo sviluppo cittadino, fu il ritrovamento nell'anno 804 del presunto Sangue di Cristo seppellito in località "Gradaro". Infatti si fa risalire all'anno successivo la nascita della diocesi, quando papa Leone III venne a Mantova su invito di Carlo Magno, con il fine di verificare il ritrovamento del Preziosissimo Sangue di Cristo. Intorno all'anno mille, con Tedaldo di Canossa, Mantova entrò a far parte dei possedimenti della famiglia. Fu elevata a capitale da Bonifacio III e passò in successione alla figlia, la contessa Matilde che a Mantova era nata nel 1046. Alla morte di Matilde, avvenuta il 25 luglio 1115, la città poté costituirsi come libero Comune, in seguito alle concessioni dell'imperatore. La città fu divisa, con l'istituzione dei quartieri di Santo Stefano, di San Pietro, di San Leonardo, di San Giacomo e di San Martino. Ciascuno di questi era diviso in cinque contrade. A capo della gerarchia cittadina era il Vescovo che solo nel 1186 perse la potestas a favore del primo podestà. Dal 1257 il comune fu guidato da una nuova carica, il capitano del popolo. Dopo i conflitti scoppiati tra le famiglie nobili del borgo, primeggiarono i Bonacolsi nel 1273. Erano appoggiati dall'autorità imperiale e attuarono una politica decisamente attenta a limitare gli eccessi del potere religioso. Il 16 agosto 1328 Rainaldo, detto il Passerino, l'ultimo dei Bonacolsi, fu ucciso durante una rivolta popolare appoggiata militarmente da Cangrande I della Scala, signore di Verona. I Corradi da Gonzaga, nobili di campagna inurbatisi nel 1186, acquisirono il potere. Originari di Gonzaga, furono ben presto identificati con l'appellativo del solo toponimo di provenienza. La ricchezza accumulata consentì il versamento di un tributo che consentì a Gianfrancesco Gonzaga, nel 1433, di essere insignito del titolo di Marchese. Famoso condottiero fu il marchese Francesco II che convolò a nozze con la sedicenne Isabella d'Este nel 1490. Il culmine del prestigio per i Gonzaga si ebbe con Federico II, figlio di Isabella, che dal 1530 divenne Duca di Mantova. Nel 1627, estinta la linea primogenita, il ducato passerà a un ramo cadetto della famiglia. L'ultimo dei Gonzaga-Nevers si dimostrò politicamente inetto, i suoi beni furono confiscati, le investiture imperiali non rinnovate e i sudditi mantovani furono liberati dal giuramento di fedeltà nei confronti dell'ultimo duca della famiglia Gonzaga. La dominazione austriaca ebbe inizio il 2 aprile 1707. Il primo periodo di presenza austriaca a Mantova terminò nel 1797, con l'occupazione delle truppe di Napoleone a seguito di un lungo assedio. Con il Congresso di Vienna del 1815 gli austriaci ripresero possesso di Mantova. Dopo i moti iniziati il giorno del patrono cittadino Sant'Anselmo (18 marzo 1848), la società mantovana fu militarizzata; gli austriaci imposero lo stato d'assedio dal 2 aprile 1848 che perdurò fino al 30 aprile 1854. Al termine della seconda guerra d'indipendenza, con la pace di Zurigo, l'Austria cedette la Lombardia alla Francia, che l'avrebbe assegnata al Regno di Sardegna. Tuttavia la fortezza di Mantova e parte del territorio, rimasero ancora in mano austriaca. Solamente nel 1866 Mantova entrò a far parte del Regno d'Italia.

Mantova fu dotata nei secoli di tre cerchie di mura: la prima comprendeva l’oppidum romano e la città altomedievale, detta civitas vetus e la porta d'accesso era dove oggi si trova il Voltone di San Pietro; la seconda cerchia di mura era definita dal Rio, scavato sul finire del XII secolo e che scorreva lungo le mura, a protezione; la terza cerchia era affacciata direttamente sui laghi, realizzata solo un paio di secoli più tardi. Mantova ha visto un forte sviluppo urbanistico e una espansione al di fuori dalla prima cerchia di mura dopo l’anno 804, quando fu rinvenuto il Preziosissimo Sangue. Dopo questo evento esso prese a chiamarsi civitas vetus, in rapporto alla “città nuova” che si andava sviluppando oltre le mura. Il luogo dove era custodita la reliquia era il nuovo perno, situato dove si trova l'attuale Basilica di Sant'Andrea. Ancor di più questo sviluppo appare evidente dopo il secondo ritrovamento del 1048. Si avviò da allora una devozione che durò per qualche secolo e i pellegrinaggi furono organizzati attrezzando i percorsi dagli accessi alla città sino alla basilica con ospedali, ospizi e tappe spirituali di avvicinamento alla meta. Una delle tappe preparatorie all’incontro con la reliquia poteva essere la Rotonda di San Lorenzo.

CHIESA DI SAN LORENZO
Dedicata a San Lorenzo, è probabilmente la chiesa più antica della città. Edificata attorno all’anno 1000 nel periodo “Matildico” della città, pare sui resti di un antico tempio romano dedicato a Diana. Questa chiesa venne costruita riproducendo le stesse fattezze della chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Faceva parte del percorso di pellegrinaggio alla reliquia del Sacro Sangue, la più importate della cristianità, conservata tuttora a Mantova, nella cripta della Basilica di Sant’Andrea. La chiesa di San Lorenzo, chiusa nel 1579, venne coperta da edifici circostanti è riportata alla luce nel 1906, è monumento nazionale. 
L'anno 1083 potrebbe essere quello d'edificazione, o comunque della fine di un intervento. In realtà, la struttura ed il suo posizionamento ad un livello inferiore rispetto a quello della adiacente piazza Erbe, oltre all'esistenza di due colonne e altri particolari costruttivi in pietra, suggeriscono che la chiesa fu realizzata recuperando o ricostruendo un precedente edificio romano. Nel corso dei secoli l'edificio subì trasformazioni radicali, fino alla sua definitiva sconsacrazione. Il tempio fu chiuso al culto nel 1579. Sconsacrata, la rotonda decadde. Nel 1908 durante dei lavori la Rotonda "riemerse" quasi integralmente e, dopo la ricostruzione della cupola, fu riconsacrata e riaperta al culto nel 1926. La chiesa è articolata su una pianta centrale, completata dall'abside semicircolare ed è caratterizzata da una galleria superiore che conserva affreschi dei secoli XI e XII che rappresentano un raro esempio di pittura romanico-lombarda, di chiara scuola bizantina. Le dieci semicolonne che decorano l'esterno eguagliano il numero di colonne che si trovano all'interno. Dieci sono anche le colonne delle aperture che consentono alla galleria superiore di affacciarsi sulla navata. Dieci erano anche le colonne raffigurate nel ciclo di affreschi che un tempo decorava la fascia di separazione tra le due gallerie.

CHIESA DI SANT'ANDREA
Il luogo di culto è originario del 1046, costruito per volere di Beatrice di Lotaringia, madre di Matilde di Canossa a seguito del rinvenimento della reliquia del Sangue di Cristo, avvenuto nell'804. Terminato nel 1055, sorse sulle rovine dell'Ospedale di Sant'Andrea, contiguo al monastero, edificato nel 1037. Venne costruita nel 1054 la cripta e nel 1057 la nuova chiesa. La chiesa venne infine ristrutturata definitivamente a partire dal 1472 su progetto di Leon Battista Alberti e su commissione del signore di Mantova Ludovico II Gonzaga. Lo scopo della nuova costruzione era quello di accogliere i pellegrini che giungevano durante la festa per l'ostensione del Sangue. I lavori iniziarono intorno al 1460 e proseguirono fino alla morte di Alberti. La costruzione venne portata avanti a fasi alterne e rimase a lungo interrotta; le cappelle risultavano compiute nel 1482 e la facciata risultava completata nel 1488. La cupola, alta 80 metri e con diametro di 25 è una delle più grandi d'Italia. Venne aggiunta nel 1732 da Filippo Juvarra.

IL RIO
Il canale è derivato dalle sistemazioni idrauliche di Alberto Pitentino e collega il lago Superiore con quello Inferiore. Inizialmente costituiva il fossato difensivo esterno alla cerchia di mura della civitas vetus. Pitentino giunse a Mantova nel 1187 e gli venne affidato l'incarico di regolare le acque del fiume Mincio. Il progetto fu portato a compimento con successo nel 1199. Il progetto di Pitentino portò alla realizzazione di un ponte-diga detto successivamente dei Mulini, che tratteneva e innalzava le acque allo scopo di formare il lago Superiore. Fu creato uno scaricatore detto vaso di porto che faceva defluire l'acqua nei laghi di Mezzo e Inferiore situati ad un livello inferiore. Il dislivello creato artificialmente fu altresì utilizzato a partire dall'anno 1229 per alimentare 12 mulini. In seguito a queste e altre grandiose opere idrauliche vennero al fine costruiti e presero forma i quattro laghi che fino alla fine del Settecento hanno reso Mantova un'isola impenetrabile. Studi e ricerche storiche dimostrerebbero che Pitentino fu il primo a pensare alla costruzione di uno sbarramento a Governolo.

VIA OREFICI
Già nel 1317 si contavano 32 orefici in città e vengono emanati dei regolamenti nello statuto per il loro controllo. Vengono introdotte le marcature, vale a dire che gli oggetti dovevano essere marchiati. Gli orefici sono la seconda arte che vidima la qualità del prodotto di oreficeria. L’oro non poteva essere inferiore ai 14 carati per i gioielli con zaffiri, e non meno di 16 carati per quelli con pietre naturali. Dal 1600 si arriva a tre marchi: provincia di produzione, la marca di garanzia, la città.

CASA TORRE DEI BOATERI
È l’unico esempio di casa torre ancora abitata e utilizzata in città. Dai rogiti di fine Duecento si sa che la famiglia Boateri era un’antica ricca famiglia mantovana, proprietaria di molte case in città. Oggi è una casa bottega di epoca medievale.

PIAZZA BROLETTO E PIAZZA ERBE
Si formarono quando le magistrature comunali si diedero nuova sede nel centro naturale della città, ampliata sul finire del XII secolo dal Voltone di San Pietro al Rio. Su questo spazio un tempo c’era il foro boario, vale a dire un ampio spazio sterrato per il mercato dei buoi. In breve tempo divenne un fulcro religioso e mercantile. Il monastero di Sant’Andrea fece aprire lungo il fianco destro della Basilica una serie di botteghe date in affitto ai mercanti. Nello spiazzo dove già sorgevano la Rotonda ed altri edifici ora scomparsi, prese a circondarsi di nuove strutture comunali: la Masseria, il Palazzo della Ragione, il Palazzo del Broletto (o Podestà).

PIAZZA LEON BATTISTA ALBERTI
A ridosso del tempio, si trovava il complesso di edifici costituenti il monastero benedettino fondato nel 1037 dal Vescovo di Mantova Itolfo. A partire dal 1860 si diede mano alle demolizioni. Resta un lato del chiostro.

PIAZZA CANONICA DI SAN PIETRO
La piazza è dominata dalla canonica della parrocchia di San Pietro e dall’abside della cattedrale. L’attuale Duomo si trova nella zona più antica della città, occupata sin dall’Alto Medio Evo dagli edifici ecclesiastici connessi con la presenza del Vescovo: la chiesa di San Paolo, il Battistero, l'Episcopato, il Seminario, la chiesa di San Pietro, poi Cattedrale, le abitazioni del clero, che si affacciavano su un cortile. La piazza è circondata da case canonicali. All’abside tondeggiante è addossata una colonna, un tempo reggente una croce a segnare il camposanto. La piazzetta è tipicamente medievale, con gli spazi che si dilatano e si restringono senza ordine, sino a ridursi a vicolo nell’area più interna, dominata dalla sagrestia. La piazza è carica d’atmosfera, e restituisce forse meglio di qualunque altro angolo della città l’immagine del >Medioevo nella sua dimensione quotidiana.

PIAZZA SORDELLO
È una piazza rinascimentale nella funzione ma d’origine medievale: essa si apre sia architettonicamente che urbanisticamente con naturalezza nel cuore della vecchia città. Essa è diventata il simbolo della grandeur gonzaghesca. A differenza delle altre piazze mantovane che son nate dalla sistemazione di spazi vuoti, Piazza Sordello è invece il risultato di una programmatica demolizione degli edifici che ne occupavano l’area. L’operazione fu condotta nel corso del Trecento con acuta preveggenza da parte dei Gonzaga che vollero in questo modo realizzare uno spazio che potesse assolvere perfettamente alle esigenze di rappresentatività e glorificazione del potere principesco (come tante piazze italiane dei secoli Quattro e Cinquecento). L’area intorno a Piazza Sordello era il cuore della Mantova medievale; qui intorno i Bonacolsi si insediarono, giungendo gradualmente, a costruirsi tutt’intorno alla futura grande piazza una sorta di ben munita cittadella, difesa dalle torri della Gabbia, dello Zucchero e di vicolo Bonacolsi.

PALAZZO DELLA MAGNA DOMUS (POI DUCALE)
Residenza privata del signore. Era l’abitazione di Guido Bonacolsi, detto Bottesella, che divenne capitano del Popolo nel 1299. Lo eresse a proprie spese, tuttavia la costruzione riuscì tanto accetta al Comune di Mantova che questo nel 1308 si accollò le spese sostenute e, considerandole effettuate per l’abbellimento della città, ne rimborsò l’importo al Bonacolsi. Nel 1328 divenne di proprietà della famiglia Gonzaga che, a metà del XV secolo trasferì la propria residenza nel Castello di San Giorgio.


PALAZZO DEL PODESTA'
Costruito nel 1227 dal podestà di Mantova. Unitamente alla Torre del Broletto, ha rappresentato il centro amministrativo del comune di Mantova. Verso piazza Broletto fu collegato al palazzo degli ex Magazzini Generali con la costruzione dell'Arengario. Sulla facciata di piazza Broletto è visibile una statua duecentesca raffigurante Virgilio che reca incisa l'iscrizione Virgilius Mantuanus poetarum clarissimus. Ha subito rifacimenti e modifiche architettoniche anche a causa dei numerosi incendi accaduti nel corso dei secoli. Negli ultimi tre secoli è stato destinato a svariati usi tra cui anche quello di carcere.

PALAZZO DELLA RAGIONE
Palazzo della Ragione fa parte di quel nucleo di edifici cittadini sorti in epoca medioevale. Citato più volte in documenti dell'epoca come Palatium Novum del Comune, il palazzo venne edificato intorno all'XI-XII secolo per assolvere alle funzioni civili pubbliche e destinato ad accogliere le assemblee e le adunanze cittadine o, in caso di cattivo tempo, il mercato che si teneva nella piazza sottostante. Più volte oggetto di modifiche, fin dalla metà del XIII secolo; nel XV secolo vennero eretti i portici e nel 1472 fu innalzata la Torre dell'Orologio, realizzata su disegno di Luca Fancelli. L'anno dopo la Torre fu arricchita da un pubblico orologio ideato dal matematico ed astrologo Bartolomeo Manfredi. L'orologio dava conto delle ore del vulgo, delle posizioni dei pianeti, del crescere e del calare del giorno, dei segni zodiacali, delle fasi lunari, dei giorni favorevoli per far salassi, seminare, partire per viaggi e di altre cose "uteli in questo mondo". L'orologio funzionò sicuramente fino agli inizi del Settecento ma in seguito fu trasformato in un normale meccanismo per il sole e per i minuti. Nel 1700, su progetto dell'architetto Doricilio Moscatelli, sulla facciata prospicente Piazza Erbe, furono chiuse le trifore duecentesche ed aperte ampie e luminose finestre. Adibito per secoli all'amministrazione della giustizia, dal 1997 è divenuto prestigiosa sede espositiva del Comune di Mantova, ospitando numerose ed importanti mostre d'arte. Nell'ampio salone, di imponenti volumetrie, sono visibili sulle pareti di testa i resti di notevoli affreschi che raffigurano episodi bellici databili intorno alla fine del XII secolo, oltre a personaggi ritratti dalla storia sacra a firma del parmense Grisopolo e databili alla prima metà del duecento.

CASTELLO DI SAN GIORGIO
Costruito a partire dal 1395 e concluso nel 1406 su committenza di Francesco I Gonzaga, il castello di San Giorgio è un edificio a pianta quadrata costituito da quattro torri angolari e cinto da un fossato con tre porte, volto a difesa della città. L'architetto Luca Fancelli, nel 1459 ristrutturò il castello che perse definitivamente la sua primitiva funzione militare e difensiva. Il maniero fu per lunghi anni la residenza di Isabella d'Este che chiamò presso la corte numerosi artisti e umanisti dell'epoca, come Andrea Mantegna, il Perugino, Leonardo da Vinci, Ludovico Ariosto e Baldassarre Castiglione. Affiancata al castello e collegata ad esso con un corridoio, nel 1531 venne costruita su disegno di Giulio Romano la Palazzina della Paleologa, demolita nel 1899. Il castello, assieme ad altri edifici adiacenti, rimane residenza del principe per circa un secolo. A partire dal 1815, con l'occupazione austriaca della città, il castello divenne il carcere di massima sicurezza in cui vennero richiusi gli oppositori, tra cui, nel 1852 i Martiri di Belfiore.

PALAZZINA DELLA PALEOLOGA
L'edificio di forma rettangolare costruito a partire dal 1531 su progetto di corte Giulio Romano e fu destinato ad accogliere la residenza di Margherita Paleologa, duchessa consorte di Federico II Gonzaga, dopo il matrimonio del 5 ottobre 1531. La palazzina da lei prese il nome ed era collegata al castello di San Giorgio con un corridoio. La costruzione venne abbattuta nel 1899 con la motivazione "per ragioni di estetica e di maggior comodità all'accesso di Porta San Giorgio".

CHIESA DI SAN MARTINO
La tradizione vuole che abbia avuto origine nell'anno 827, ma la prima datazione certa risale al 1127. Per quattrocento anni, dalla fine del Cinquecento ai primi del Novecento, furono migliaia i lavoratori stagionali, e non solo, a scendere dal Trentino per svernare e lavorare come facchini al Porto Catena, come taglialegna e come segantini abilissimi a scolpire il legno proveniente dalle stesse valli trentine. Le donne ricoprivano il ruolo di serve e fantesche. Nel 1604, l'11 novembre, fu stipulato un accordo tra il vescovo di Mantova e gli abitanti di Pinzolo, in Val Rendena, ma residenti a Mantova. Fu concesso l'uso di un altare nella chiesa di San Martino per le celebrazioni e un luogo di sepoltura utilizzato dai membri della comunità trentina fino al 1790.

MONASTERO SAN GIOVANNI EVANGELISTA
Il monastero sorgeva nella zona oggi occupata da piazza San Giovanni tra via Portazzolo, piazza D'Arco, via Finzi, nell'area suburbana denominata "Insula Cornu", da cui prese il primitivo titolo di San Giovanni evangelista "de Cornu". Nel XV secolo l'ente passò alla denominazione di San Giovanni "delle Carrette", con probabile riferimento alla sua collocazione vicino al porto sul Mincio. La fondazione del monastero, tradizionalmente attribuita al 1100 e all'operato della nobile Poma vedova di Ugo Visconti da Goito, deve essere invece anticipata almeno alla fine dell'XI secolo: sempre secondo la tradizione, Poma si sarebbe ritirata con altre donne in un suo possedimento presso San Giovanni, dando così l'avvio a un'esperienza monastica. Dal 1280 circa il monastero di San Giovanni visse, al pari degli altri enti religiosi mantovani, uno stato di crisi dovuto al periodo di instabilità conseguente all'affermazione dei Bonacolsi al governo di Mantova: a causa della guerra e difficoltà di quel periodo, nel 1281 la badessa di San Giovanni affidò il monastero alle cure dell'ordine dei Templari, che sostennero economicamente le monache subentrando allo stesso tempo nel controllo del patrimonio monastico e stabilendosi presso il cenobio. San Giovanni ritornò in possesso delle monache nel corso del XIV secolo. Nel 1797 il monastero fu soppresso, le monache trasferite il 17 maggio 1799 presso l'ex-convento dei Celestini di San Cristoforo di Mantova.

SANTA MARIA DEL GRADARO
Costruita a partire dall'anno.. Il termine Gradaro è riconducibile alla parola latina cretarium (cumulo di creta) che descriverebbe la particolare caratteristica del terreno dove sorse l'originaria sede di culto. La tradizione vuole che il luogo della chiesa sia lo stesso dove fu martirizzato, tra altri, San Longino. In epoca paleocristiana vi era edificata una chiesa denominata Santa Maria in Campo Santo. Il complesso religioso degli Olivetani subì gli effetti delle soppressioni a partire dal 1771 e divenne magazzino militare. Durante la seconda guerra mondiale gli edifici dell'ex complesso religioso furono trasformati in campo di concentramento e in campo profughi. Nel 1966, dopo 191 anni di sconsacrazione, fu dedicata all'Annunciazione della Beata Vergine Maria.

CHIESA DI SANT'ALESSANDRO
Collocata nella parte inferiore di piazza Sordello, venne abbattuta nel 1587.

CHIESA DI SAN DAMIANO
Situata nella parte inferiore di piazza Sordello, nei pressi del Fossato dei Buoi, corrispondente all' attuale via Accademia, ora scomparsa.

CHIESA DELLA SS TRINITA'
Fiancheggiava il fossato dei Buoi ed era vicina all'attuale palazzo dell'Accademia. Ora scomparsa.

CHIESA DI SAN FRANCESCO
La costruzione risale al 1304. Gli austriaci soppressero la chiesa nel 1782. Devastata da un bombardamento aereo nel 1944, la Cappella Gonzaga fortunatamente si salvò e, con essa, preziosi affreschi del 1300. Fu ricostruita, intorno ai resti della distruzione bellica, ossia la facciata con le tre guglie, il campanile e la Cappella Gonzaga, che è, di fatto, il Pantheon della famiglia.

CHIESA DI SAN PAOLO
Collocata alla sinistra della chiesa di San Pietro, ora scomparsa.

CHIESA DI SANTA CROCE
Collocata sul fianco destro del Palazzo Ducale, è stata demolita nel 1421 da Francesco I Gonzaga.

CHIESA DI SANTA MARIA MATER DOMINI
Situata nella parte inferiore di piazza Sordello, è esistita sino al 1402.

CHIESA DI SANT'AGATA
Chiesa di Sant'Agata, posta dietro la chiesa di San Pietro, esistita sino al 1583 e poi demolita.

CHIESA DI SANTA MARIA DI CAPO DI BOVE
Di origine romanica, era situata presso la porta di San Giorgio, all'entrata della città; venne abbattuta nel 1395 per fare posto all'erigendo Castello di San Giorgio. Era una delle nove chiese collocate all'interno del perimetro della “città vecchia”, che comprendeva piazza Sordello e arrivava fino alle mura del lago di Mezzo.


PALAZZO TE
Verso la metà del XV secolo Mantova era divisa dal canale Rio in due grandi isole circondate dai laghi formati dal fiume; una terza piccola isola, chiamata Tejeto e abbreviata in Te, era collegata con un ponte alle mura, situate nella parte meridionale della città. Il primo incontro tra Giulio Romano e il marchese Federico II Gonzaga avviene nel 1524 ed è in questo momento che il marchese commissiona la costruzione dell'edificio. La zona risultava paludosa e lacustre, ma fu fatta bonificare e Francesco II la scelse come luogo di addestramento dei suoi pregiati e amati cavalli. Morto il padre e divenuto signore di Mantova, Federico II, suo figlio, decise di trasformare l'isoletta nel luogo dello svago, del riposo e dei festosi ricevimenti assieme agli ospiti più illustri e dove poter sottrarsi ai doveri istituzionali assieme alla sua amante. Una volta caduto il dominio dei Gonzaga, il governo austriaco utilizzò il palazzo come caserma militare.


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da Francesco I Gonzaga;
Chiesa di Santa Maria di Capo di Bove, abbattuta;
Chiesa di Santa Maria Mater Domini, situata nella parte inferiore di piazza Sordello, è esistita sino al1402;
Chiesa di Sant'Alessandro, collocata nella parte inferiore di piazza Sordello, venne abbattuta nel1587;
Chiesa di San Damiano, situata nella parte inferiore di piazza Sordello, nei pressi del Fossato dei buoi, corrispondente alla attuale via Accademia. Ora scomparsa;
Chiesa di Santa Trinità, fiancheggiava il fossato dei Buoi ed era vicina all'attuale palazzo dell'Accademia. Ora s

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