LA VIA DI CONTARDO OGGI: DA BUSSETO A SALICETO circa quatto ore

 LA VIA DI CONTARDO OGGI...

CAMMINARE FA BENE ALLA SALUTE 
E ALLO SPIRITO

In cammino tra Busseto e Saliceto, passando da Cortemaggiore.

RIPERCORRI I PASSI DI CONTARDO: da Busseto a Cortemaggiore (34° tappa), da Cortemaggiore a Saliceto (35° tappa).


CORTEMAGGIORE
Cortemaggiore è un comune della provincia di Piacenza che si trova nella "Bassa piacentina". Fondato nel 1479 per volere del Marchese Gian Ludovico Pallavicino nel luogo dove erano già presenti insediamenti in età romana. Il nome originale dato dal fondatore all'abitato era "Castrum Laurum", ma questa denominazione ebbe una vita assai breve; infatti tra la popolazione rimase in uso il nome antico di "Curia Major" che definiva tutta l'area su cui sorse il borgo; così anche il nome del centro mutò in quello che è ancora oggi, cioè Cortemaggiore. Il paese venne eretto dai Pallavicino con la funzione di capitale del loro piccolo stato. La pianta della cittadina fu disegnata dall'architetto Maffeo Vegio da Como, seguendo gli schemi della città ideale di Leon Battista Alberti, con le strade ortogonali fra di loro e imperniate sul tracciato del cardo e del decumano dell'antico accampamento romano e con le facciate degli edifici non più alte della larghezza delle strade stesse, cosicché i viali fossero sempre illuminati e ben arieggiati. Inoltre la via principale del paese fu dotata di ampi portici sotto cui gli abitanti del paese potevano circolare senza timore delle intemperie. Nel centro del paese, all'incrocio delle due vie principali, venne posizionata la piazza, oggi Piazza dei Patrioti, ed eretta la maestosa Collegiata, oggi elevata al rango di Basilica, dedicata a Santa Maria delle Grazie, che ancora oggi è una delle chiese più imponenti e storicamente importanti in ambito provinciale. Tutto intorno alla cittadina venne innalzata una cinta muraria dotata di quattro porte di accesso lungo le vie principali e fu eretta anche una fortezza, notevole per dimensioni, nella periferia sud del paese; di queste costruzioni non resta più nulla in quanto furono sciaguratamente abbattute dal governo napoleonico del corso dell'Ottocento, per ricavarne materiale da costruzione. Solo una parte del complesso del castello si è salvata ed oggi è di proprietà privata. Notevole è il salone in cui Rolando II Pallavicino fece attrezzare una tipografia per Benedetto Dulcibello da Carpi e per la zecca del piccolo stato. L'indipendenza di Cortemaggiore durò poco più di un secolo e finì nel 1586 con la morte di Sforza Pallavicino che non lasciò figli. Il Duca Ranuccio I Farnese occupò il castello, prese prigioniero Alessandro Pallavicino di Zibello, cugino di Sforza che ne aveva ereditato i beni e lo costrinse a rinunciare a tutti i possedimenti. Cortemaggiore venne annessa così al Ducato di Parma e Piacenza. Nel 1949 l'imprenditore Enrico Mattei trovò nelle campagne del paese un giacimento di petrolio e la scoperta ebbe un grande impatto mediatico, cosicché Cortemaggiore si ritrovò sotto i riflettori dei giornali nazionali, in compagnia del vicino paese di Pontenure, presso cui era stato contemporaneamente trovato un giacimento di metano. In realtà il giacimento di Cortemaggiore si rivelò abbastanza modesto. A Cortemaggiore vi è stata, fino alla fine dell'Ottocento, una comunità ebraica molto forte, che viveva in un ghetto creato nel 1545 dal Marchese Gerolamo Pallavicino ed al centro del quale si trovava la sinagoga; nessuno di questi elementi è più riconoscibile nell'attuale conformazione urbana del paese e l'unica testimonianza visibile di questa antica comunità è il piccolo cimitero ebraico che si trova lungo Via Morlenzo. La conformazione e del centro storico è quella originale, inquadrata in una "scacchiera" formata dalle vie del paese, tutte perpendicolari tra loro; il disegno della scacchiera viene attraversato al centro dalle due vie principali, all'incrocio delle quali si trovano la piazza del paese e la Basilica che si affaccia su di essa. L'espansione successiva non si è discostata molto da questo schema, favorita anche dal territorio, ed è costituita essenzialmente dalla prosecuzione dei tracciati delle strade già esistenti. Nello stemma comunale si vede un albero di Lauro, in richiamo al nome originale della borgata (dal latino Castrum Laurum, cioè Borgo Lauro), sormontato da un bambino e cinto nel tronco da un nastro riportante il motto del Comune: "Nihil sanctius quam recta fides cum sororibus associata" ("Nulla è più santo di una retta fede unita alle altre virtù"). I cortemaggioresi sono localmente chiamati "magiostrini", aggettivo che deriva da un vocabolo del dialetto piacentino), "magiùstra", che sta a significare "fragola". Questo perché secondo un tradizionale dileggio popolare, i cortemaggioresi usavano raccogliere le fragole con l'ausilio di scale che venivano distese nei campi in modo da poter camminare senza calpestare le delicate piantine. Questa usanza appariva però ridicola agli occhi degli abitanti di Fiorenzuola d'Arda, ai quali sembrava assurdo usare scale per raccogliere frutti cresciuti a pochi centimetri dal suolo. Perciò i cortemaggioresi sono detti magiostrini ("magiustren" o "magiustrëin" secondo le varianti del piacentino), che tradotto equivarrebbe ad un italiano "fragolini". 

BASILICA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE
Fu iniziata alla fine del 1480 su progetto di Giberto Manzi, la basilica ha una pianta a croce latina a tre navate. La "Collegiata" è stata elevata al rango di basilica il 3 maggio 2008, con una cerimonia officiata dal cardinale Angelo Sodano. Di notevole interesse al suo interno il polittico formato da dodici tavole opera realizzata nel 1499 da Filippo Mazzola, padre del più celebre Parmigianino. Le tavole dell'opera furono separate nel 1880 durante lavori di rifacimento della chiesa e collocate in luoghi diversi, finché nel 2003 furono riunite, eccetto due di esse, il San Cristoforo che si trova al Museo nazionale di Budapest e un Salvatore di cui non si ha traccia.

CHIESA DELL'ANNUNZIATA
Detta anche "Chiesa dei frati", fu iniziata nel 1487 su progetto di Gilberto Manzi, annessa al convento dei Frati Francescani Minori Osservanti. La chiesa è a pianta basilicale a tre navate; le due cappelle a pianta quadrata e con volte a crociera sono adiacenti ad una ottagonale contenente un'Immacolata Concezione, affrescata nel 1530 dal Pordenone, che venne destinata ad ospitare i mausolei dei Pallavicino, i quali vi furono trasportati nel 1499 dalla chiesa di San Lorenzo, salvo poi essere ritrasferite in una cappella laterale della collegiata nel corso dell'Ottocento, quando il governo di Napoleone dichiarò la soppressione del convento e della chiesa annessa; inoltre qui è conservato un altro dipinto del Pordenone, una magnifica Deposizione su tela, che sovrasta la porta d'ingresso della clausura. I notevoli affreschi che ornano la cappella gentilizia, invece, sono opera del Carracci. Contemporaneamente alla chiesa fu eretto l'attiguo convento, composto da una struttura a due piani organizzata intorno ad un cortile interno porticato, con pianta rettangolare di circa 55 m per 65, che ne fanno il chiostro più ampio in ambito provinciale. All'interno del convento si trova anche una biblioteca che conserva manoscritti databili fino al 1500. La biblioteca, che è di proprietà dei frati, è normalmente chiusa al pubblico. 
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ORATORIO DI SAN GIUSEPPE
Eretto sul luogo dove esisteva precedentemente un piccolo oratorio medioevale, fu iniziato per iniziativa di un privato nel 1576, anno di fondazione della confraternita di San Giuseppe. Terminato nel 1593 l'oratorio fu decorato nel 1696 con stucchi di Bernardino Barca e Domenico Dossa. Alle pareti pregevoli dipinti di Giovanni Battista Tagliasacchi. È stato oggetto di un accurato restauro nel corso del 2007, durante il quale è stato aggiunto anche un orologio sulla torre campanaria. 

ORATORIO DI SANTA MARIA MADDALENA
Annesso alla Casa della Misericordia, era un edificio a pianta centrale sormontato da un corpo a lanterna a pianta ottagonale. L'edificio, che a inizio Ottocento era diroccato ed utilizzato come fienile, fu demolito nel corso del XIX secolo insieme alla struttura che lo collegava alla Casa della Misericordia. 

CASA DELLA MISERICORDIA
Era la sede dell'"Ospedale dei Pellegrini", fondato nel 1495 da Rolando II Pallavicino. È un edificio a tre piani, dotato di un portico anteriore, cui era addossato un corpo più basso, collegato, tramite un arco dotato di un orologio, all'oratorio di Santa Maria Maddalena. Questo Ospedale offriva ricovero, oltre che ai cittadini, anche ai pellegrini che passando da Cremona si recavano verso la Via Francigena. Passata nel 1750 all'ordine dei Cavalieri Costantiniani, l'ospedale fu soppresso nel 1796. L'edificio ha mantenuto nei secoli la conformazione originale, non subendo mai restauri particolarmente significativi. Per questo motivo, però, ora si trova in condizioni disastrose. 

CHIESA DI SAN LORENZO 
L'edificio attuale sorge sull'area precedentemente occupata dal cimitero e dell'antica chiesa di San Lorenzo, che dipendeva dalla pieve di San Martino in Olza e faceva parte del borgo medioevale di Cortemaggiore. Nel 1666 venne eretta una piccola cappella e quindi, nel 1723, la chiesa attuale, a pianta centrale, su progetto del Dosi, che prevedeva pure un ampio pronao fino alla strada antistante, però mai realizzato. La chiesa è intitolata al patrono di Cortemaggiore. 

ORATORIO DI SAN GIOVANNI
La costruzione dell'attuale edificio fu iniziata nel 1625 e conclusa nel 1630 ad opera della Confraternita del Santissimo Sacramento, che fece annettere all'oratorio un edificio riproducente la struttura della Santa Casa di Loreto. Davvero pregevole la cupola affrescata da Robert De Longe detto "Il Fiammingo". Attualmente il tempio è chiuso al culto, e vi si può accedere solo in occasione della fiera; a causa dell'inutilizzo la chiesa ste subendo un inarrestabile degrado. 

ORATORIO DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE FUORI LE MURA
Detto anche "La Madonnina": fu costruito a spese del Sacerdote Antonio Bovarini nel 1661, allo scopo di salvare un'immagine della Beata Vergine situata su di un pilastro ed esposta alle intemperie. L'interno appare tutto decorato con affreschi di Giuseppe Natali e Carlo Bonisoli. Pregevole anche l'organo marca Bossi della seconda metà dell'Ottocento. 

CONVENTO DELLE SUORE TERZIARIE FRANCESCANE
Iniziato nel 1719, rimase attivo fino al 1800, quando venne confiscato da governo napoleonico. Fu demolito ormai in rovina nel 1969 per fare posto all'edificio che ospita le scuole medie e l'Istituto superiore di Agraria.

TEATRO "E. DUSE"
L'edificio che ora ospita il teatro era originariamente un oratorio (l'Oratorio della Beata Vergine Immacolata), che venne costruito nel 1755, annesso a quello che era il convento delle suore terziarie francescane; nel 1827 fu trasformato in teatro, destinazione d'uso che mantiene tuttora. 

CASA DEL GIARDINO
Sicuramente è l'edificio più antico di Cortemaggiore; si ritiene sia stato fatto costruire da Gian Ludovico Pallavicino per risiedervi in attesa della fine dei lavori per la costruzione della sua residenza vera e propria. Oggi è una proprietà privata e verte in una condizione di degrado abbastanza importante.

PALAZZO PALLAVICINO
Il complesso residenziale dei Pallavicino, oggi di proprietà privata, si articolava originariamente in tre edifici distinti: il Palazzo Regio, sede rinascimentale della corte signorile; la Rocca, demolita nel 1809, che occupava lo spazio ove ora sorgono i giardini pubblici e le scuole elementari; il Palazzo del Giardino, la più antica costruzione di Cortemaggiore di epoca tardo medioevale, situato nell'area retrostante il Palazzo Regio. Quello che oggi rimane è circa la metà dell'originario corpo di fabbrica del Palazzo Regio, che assolveva, oltre alla naturale funzione abitativa, anche compiti di rappresentanza sociale, rispecchiando le fastose regge delle maggiori corti italiane del Quattrocento e massimizzando il prestigio della casata che lo aveva edificato. Il Palazzo di Cortemaggiore ha un aspetto austero, quasi castrense, impostato su una pianta quadrangolare; all'interno ampi saloni si snodano lungo tutto il perimetro dell'edificio e il cortile presenta un doppio loggiato con colonne di granito di scuola bramantesca.

APPUNTAMENTI IN PAESE

A metà marzo si svolge la tradizionale Fiera di San Giuseppe, manifestazione voluta da Gian Lodovico Pallavicino nel 1480 e da allora mai interrotta; una longevità di oltre 500 anni che ne fanno una delle fiere delle più antiche d'Italia.

Nella pregiata cornice del chiostro adiacente alla "chiesa dei frati", si svolge il MERMEG, una rassegna enogastronomica in cui, oltre ai prodotti della cucina piacentina, non mancano curiosità culinarie da tutta Italia. 

Nella seconda domenica di settembre, nell'ambito di una serie di eventi denominata 'Festeggiamenti settembrini', si svolge la classica Cena sotto le stelle, durante la quale i "magiostrini" organizzano delle tavolate per mangiare sotto i portici che fanno da corollario alla via centrale del paese e alla piazza della chiesa, insieme con parenti ed amici. In contemporanea un corteo rinascimentale con sbandieratori e giullari, rievoca il banchetto con cui Gian Ludovico Pallavicino festeggiò la fondazione della piccola capitale del suo stato. 

La prima domenica di ogni mese, eccezion fatta per il mese di gennaio, si tiene sotto i portici del centro il "Mercatino dell'antiquariato e delle cose d'altri tempi", manifestazione che attira sempre numerosi visitatori, tanto da diventare nel corso degli anni un riferimento per gli espositori ed appassionati del settore. 
 

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SALICETO DI CADEO
Cadeo è un comune della provincia di Piacenza. Passaggio obbligato per i pellegrini, è nato come hospitale sulla Via Francigena. L'origine della denominazione deriva, a quanto pare, proprio dall'ospitale, costruito nel 1112 in contrada S.Pietro, che venne chiamato "La casa di Dio". Le origini dell'insediamento vengono fatte risalire al 218 avanti Cristo.

CASTELLO
Il castello di Cadeo è citato per la prima volta nel Trecento: viene incendiato nel 1310 su ordine di Alberto Scotti, signore piacentino in fuga dai milanesi. Successivamente è stato distrutto nel 1336 ad opera delle truppe di Azzo Visconti, poi ancora nel 1449 da parte di Angelo Sanvitale da Fiorenzuola. A differenza del limitrofo ospitale, sorto nel 1112 e del quale rimane solo una facciata pesantemente modificata rispetto all'originale, l'edificio si trova in buono stato di conservazione.

SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DEL CARMELO
Nella frazione di Roveleto, è costruito in stile barocco settecentesco con influenze neoclassiche ed è datato tra il 1750 e il 1773.

CHIESA DI SAN PIETRO APOSTOLO
La presenza di un piccolo tempio, dedicato a San Pietro Apostolo, nel luogo dove si trova la chiesa attuale, è testimoniato già nel XIII secolo. La parrocchia fu riportata a Saliceto tra Cinque e Seicento da don Niccolò Montanari che si occupò anche dell'ampliamento dell'edificio preesistente per poterlo adattare alla nuova funzione. La facciata della chiesa attuale è stata realizzata su progetto dell'architetto Pietro Berzolla in stile rinascimentale. Per quanto riguarda il restante corpo della chiesa, fu sottoposto a vari interventi di restauro.
Sorge in prossimità della via Emilia, preceduta da un ampio sagrato. La chiesa chiude il lato nord delle mura dell'antico castello. La facciata a capanna, è affiancata dai fronti rettangolari, leggermente arretrati, dell'ambulacro, in mattoni a vista, con lesene. Sul lato nord della Chiesa si addossano l'attuale canonica e il campanile. Quest'ultimo, in mattoni a vista, a pianta quadrata, era l'antica torre del castello.


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