LA VIA DI CONTARDO OGGI: DA PIACENZA A SARMATO circa quattro ore

  LA VIA DI CONTARDO OGGI...

CAMMINARE FA BENE ALLA SALUTE 
E ALLO SPIRITO

In cammino tra Piacenza e Sarmato, passando per Ponte Tidone. 


 RIPERCORRI I PASSI DI CONTARDO: da Piacenza a Ponte Tidone (39° tappa), da Ponte Tidone a Castel San Giovanni (40° tappa).



PARCO FLUVIALE DEL TREBBIA
L'area protetta interessa il basso corso del fiume Trebbia, dalla confluenza nel Po sino alla sua porzione pedemontana nel Comune di Rivergaro. Il fiume Trebbia risulta essere uno dei principali affluenti del Po che conserva buone caratteristiche di naturalità ed elevati livelli qualitativi delle acque, dalla sorgente alla foce. Assume un grande valore naturalistico per le componenti floristiche e faunistiche ospitate ed un valore ambientale determinante per il ricarico della falda acquifera sotterranea.

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SAN NICOLO'
Le prime informazioni sul paese risalgono al VII-VIII secolo d.C., periodo in cui sorsero nella zona degli insediamenti longobardi. La chiesa di San Nicolò nel Medioevo fungeva da cappella di un "hospitale" per l'accoglienza dei pellegrini in viaggio sulla Via Francigena. Una bolla del 1132 di papa Innocenzo III conferma il possedimento al monastero di San Savino. In un privilegio del 1173 di papa Alessandro III e in una pergamena del 1244 è nuovamente citata.

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ROTTOFRENO
Rottofreno della provincia di Piacenza circondato dai fiumi Po a nord e Trebbia a est, dal torrente Tidone a ovest. La tradizione vuole che la toponomastica del luogo derivi dalle imprese del generale cartaginese Annibale, il quale, durante un'incursione militare nel corso della seconda guerra punica fu costretto a fermarsi in questo povero villaggio a causa della rottura del morso ("freno" appunto) del suo cavallo. Questa versione storica ha trovato pieno accreditamento tra la popolazione al punto che l'odierno stemma comunale riproduce la testa di un cavallo grigio con il "freno" rotto. In realtà, studi più seri hanno rivelato come il toponimo abbia le sue radici nelle antiche lingue germaniche e, presumibilmente, nel nome composto di "roth-fried", traducibile come "amico della gloria", ovvero "amico della pace". Il nome sarebbe poi stato storpiato nella pronuncia e nella trascrizione longobarda per giungere, infine, alla latinizzazione in "Rottofridus" ed alla italianizzazione in "rotofredo".

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BORGONOVO VALTIDONE
Il borgo fu costruito nel 1196 (accanto a ciò che rimaneva dell’ipotetico nucleo originario del paese, Casarnello) con un chiaro scopo difensivo. Burgus novus – questa la presunta etimologia del nome – fu edificato sul modello del castrum romano con mura difensive allo scopo di proteggere il territorio di Piacenza dagli attacchi dei pavesi. Per questo motivo il paese è stato nei secoli teatro di diverse scorribande e battaglie, che ne hanno segnato profondamente le vicende, l’architettura e anche le tradizioni.

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PONTE TIDONE
Ponte Tidone è una piccola frazione del comune di Sarmato. I resti dell’antico fortilizio riportano ad una possibile collocazione tra il XIV ed il XV sec. «Jacobus Malcignus de Pontis Tidonis»: questa citazione del 1223 rimane una delle poche notizie che ci giungono su Ponte Tidone dai secoli del medioevo. La presenza documentata di una struttura fortificata risale invece al 1588: in una carta geografica troviamo il sito denominato come castrum Pons Tidonis. Ponte Tidone si trova sull’antica Postumia, in prossimità appunto del ponte che consentiva di oltrepassare il corso del Tidone, una posizione strategica sul transito della grande arteria padana, cui si sommava il traffico locale che scendeva dall’Appennino lungo il greto del torrente per raggiungere il porto di Veratto sul Po, sito ad un paio di chilometri. Probabilmente per questo vi sorgeva anche un antico Hospitale, la cui esistenza è documentata perlomeno dal 1217.



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SARMATO
Il centro abitato si trova lungo la via Postumia, oggi via Emilia Pavese. La leggenda vuole che sia stato fondato dai barbari Sarmati, da cui sarebbe derivato il nome. Nel 1216 le milizie piacentine e milanesi si riunirono sotto le sue mura, in attesa di muovere guerra ai nemici pavesi e nel 1270 la fortezza, allora difesa dalla famiglia Pallastrelli, fu attaccata e seriamente danneggiata. Nel 1363 il fortilizio ed il ricco feudo di Sarmato  passarono al ricco mercante Bartolomeo Seccamelica. Dopo l'occupazione del ducato di Milano da parte francese verso la fine del '400, il feudo fu di proprietà dei conti Scotti-Douglas, a cui restò sino al 1819 quando  passò ai conti Zanardi Landi di Veano che ancora lo conservano. La storia del paese è tradizionalmente associata a S. Rocco, che in questi luoghi trovò riparo. La zona rientra nel percorso della Via Francigena.

All'ingresso dell'abitato di Sarmato vi è una piccola costruzione chiamata il casino: era l'antico ospitale dei pellegrini che transitavano sulla via Francigena. Costruito sull'incrocio tra la via Romea (poi via Emilia) e la strada che conduce al Po dove, in località Veratto, vi era il porto che traghettava i pellegrini in alternativa al Guado di Sigerico nella vicina Calendasco.

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
Fatta edificare nell'VIII secolo per volere del principe longobardo Burnengo (detto Buringo), che poi fu seppellito sotto la soglia della chiesa. La documentazione di archivio parte dal 1572, poiché quella precedente a tal data è stata distrutta da un misterioso incendio. Il tempio, dedicato a Santa Maria Assunta, ha subito molte trasformazioni; il preesistente risaliva al XVI secolo ed era a tre navate con volte ad archi a tutto sesto. La magnifica canonica, ora restaurata, fu realizzata nel 1715 ad opera di don Giorgio Zanettini, come ex voto. La torre campanaria, iniziata da don Francesco Boeri nella seconda metà del 1700, in sostituzione di quella bassa e diroccata, è stata terminata nel XIX secolo. Con l'intervento dell'architetto Berzolla fu trasformata in chiesa a croce latina, con transetto e nuova abside. L'attuale facciata, in cotto e rivestimento di cemento in finto marmo, fu realizzata nel decennio 1950-1960. L'appesantimento della facciata fu sicuramente una delle cause del crollo del tetto della navata laterale sinistra il 22 maggio 1964. Il crollo fortunatamente non causò vittime, ma causò altresì ingenti danni alla struttura. Al suo interno sono conservate: una pregevolissima statua della Madonna del Rosario del XVIII secolo di sicura mano del Geernaert, una statua lignea del XVII secolo che raffigura Santa Caterina da Siena, un quadro di maniera del 1600 raffigurante Sant'Anna e Santa Lucia, un quadro del XIX secolo di San Antonio da Padova. Nell'abside è conservato il quadro della Madonna Assunta, opera di Enrico Prati del 1891. L'organo, che ora si trova a fianco dell'abside, conserva tracce dell'antico Serassi.

CASTELLO
Il complesso, costruito attorno all'inizio del 1200 probabilmente su una precedente torre longobarda diroccata, era posto nei pressi dell'incrocio tra la via Emilia pavese e la Via Francigena. Il complesso interamente edificato in laterizio è composto dal castello sovrastato dal mastio, dalla rocchetta e dall'antico borgo circondato da mura, con due torri angolari, che erano contornate da un fossato. Visitabili all'interno, l'ingresso, il salone, le camere da letto, oltre a varie sale arredate, un importante archivio con documenti dal dodicesimo secolo ed il giardino. Tuttora residenza dei Conti Zanardi Landi.

SANTUARIO DI CARAVAGGIO
Nel XVIII secolo sorse qui il più antico santuario mariano della Bassa Valtidone, dedicato alla Beata Vergine di Caravaggio, lungo la provinciale per Borgonovo Val Tidone. Nell'abside è conservato un affresco della seconda metà del XVIII secolo, di autore ignoto che rappresenta l'apparizione e, sullo sfondo, sono raffigurati il castello di Sarmato, il primitivo edificio del santuario di Caravaggio ed il fabbricato dove ebbe inizio questa devozione, probabilmente un mulino. Trattasi di un documento di notevole importanza storica, sia perché è tra le le più antiche immagini della Madonna di Caravaggio, sia per i riferimenti ambientali. Ai primi decenni del XIX secolo l'affresco è stato traslato da una parete sovrastante l'altare all'abside.

CHIESA DI SAN ROCCO
Nel luogo dove sorgeva un'antica cappella, nel XVI secolo fu eretta una piccola chiesa che nel secolo successivo ebbe definitiva sistemazione: ad una sola navata e con la facciata a capanna. All'interno é conservata una pregevole statua barocca del Santo, particolarmente fedele all'iconografia tradizionale. 

GROTTA DI SAN ROCCO
Dietro alla chiesa di San Rocco vi è la grotta in cui, secondo la tradizione, avrebbe dimorato il Santo durante la sua lunga permanenza nel paese. All'interno della grotta è presente una statua del patrono. Qui San Rocco viene raffigurato assieme al cane che, secondo la tradizione, portava giornalmente una pagnotta al santo ammalato di peste.

FONTANA DI SAN ROCCO
Vicino alla piazza dalla chiesa parrocchiale dell'Assunta, è presente e attualmente attiva la cosiddetta fontana di San Rocco. Secondo la leggenda, la fonte sgorgò miracolosamente per permettere al santo di dissetarsi e lavarsi. La presenza del Santo a Sarmato é certa, come é riconosciuto anche dalla più severa critica recente. Il Santo patrono dei Sarmatesi è un Santo giovane, che ha dedicato, come noto, la sua vita alla cura degli appestati in molte località e a Piacenza, dove contrasse egli stesso il morbo. Riparato a Sarmato scampò miracolosamente alla peste e qui la storia e la leggenda si intrecciano: l'intervento di un angelo consolatore, una pioggia miracolosa, con la formazione di una provvida fontana, il cane che porta una pagnotta, l'incontro con il conte Gottardo, la conversione di quest'ultimo, la fondazione di un cenobio, la sua partenza verso la Francia, la promozione della sua Santità ad opera di Gottardo, l'albero di pere miracolosamente spuntato dal suo bastone.

APPUNTAMENTI IN PAESE
A fine maggio la FESTA DEL SALAME, in un territorio che ha visto l’uso della carne di maiale sin dall’epoca della presenza dei Galli.

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Blog ideato, scritto e curato da Monica Monici (visita il sito www.monicamonici.it).
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