LA VIA DI CONTARDO OGGI: DA BORETTO A COLORNO circa quattro ore e trenta minuti

 LA VIA DI CONTARDO OGGI...

CAMMINARE FA BENE ALLA SALUTE 
E ALLO SPIRITO

In cammino tra Boretto e Colorno, passando da Brescello, Coenzo, Mezzano Inferiore e Casale.

RIPERCORRI I PASSI DI CONTARDO: da Boretto a Brescello (22° tappa), da Brescello a Coenzo (23° tappa), da Coenzo a Mezzano Inferiore (24° tappa), da Mezzano Inferiore a Casale (25° tappa), da Casale a Colorno (26° tappa).


BRESCELLO

Brescello è un comune della provincia di Reggio Emilia. È famoso per i film di don Camillo. Si trova nella pianura Padana, sulla riva destra del Po e confina a nord con il comune mantovano di Viadana, ad est con Boretto e con Poviglio, a sud con Gattatico e ad ovest con i comuni parmensi di Sorbolo e Mezzani. Il nucleo urbano è situato alla destra del torrente Enza che qui sfocia nel Po. Fondata dai Galli Cenomani attorno al VII secolo a.C., Brescello fu, cinque secoli dopo, conquistata dai Romani che la ribattezzarono Brixellum. Divenuta uno dei più importanti centri della pianura Padana, data la sua importante posizione strategica lungo il corso del Po, fu teatro, nel 69, del suicidio dell'imperatore Marco Salvio Otone. Decaduta sul finire del IV secolo, tanto da essere definita da Sant'Ambrogio 'cadavere di città', Brescello venne proclamata sede vescovile nel 389; il primo vescovo fu San Genesio, il patrono del paese. Attorno al 584 Brescello, tenuta dai Bizantini guidati dal generale longobardo Droctulfo, venne assediata dalle truppe del re Autari. Gli assedianti riuscirono a sfuggire al massacro con un'improvvisa sortita, ma la città venne rasa al suolo. In seguito venne di nuovo riconquistata dai Bizantini che distrussero quel che ne rimaneva. Conquistata dal Comune di Parma nel XII secolo, nel 1247 venne saccheggiata dalle truppe di Re Enzo. Dal 1409 al 1422 fu sotto il dominio della Repubblica di Venezia, mentre nel 1479 Ludovico il Moro signore di Milano la cedette al duca di Ferrara Ercole I d'Este, in cambio di Castelnuovo di Tortona. Iniziò così la lunga dominazione estense, durata fino al 1859. Su volontà del duca Alfonso II d'Este, nel 1555 Brescello venne fortificata con una munitissima cinta pentagona. L'importanza della piazzaforte era dovuta al fatto che essa era posta esattamente al confine tra alcuni dei più importanti stati del nord Italia, ossia il Ducato di Ferrara, il Ducato di Parma e Piacenza e il Ducato di Mantova. Nel 1702 venne saccheggiata dalle truppe franco-spagnole nel corso della guerra di successione spagnola. L'anno successivo le possenti fortificazioni vennero smantellate. Nel 1847, con la firma del trattato di Firenze alcune frazioni del Ducato di Parma e Piacenza poste sulla sponda destra dell'Enza, come Coenzo a Mane, San Giorgio e Sorbolo a Mane, passarono al Ducato di Modena e Reggio, di cui Brescello faceva parte. Nel 1951 Brescello subì la pesante alluvione del Po che, in seguito, distrusse il Polesine. 

La CHIESA DI SANTA MARIA NASCENTE Ricostruita tra il 1829 e il 1837 al posto dell’antica chiesa medioevale, già sede della diocesi di Brescello.

L' EX MONASTERO DI SAN BENEDETTO
Costruito nel XV sec. per le monache di clausura dell’ordine di San Benedetto che rimasero lì sino all’avvento della Repubblica Cisalpina. Oggi, completamente ristrutturato, è adibito a Centro Culturale, ospita il “Museo di Peppone e don Camillo”, la Ludoteca, la Biblioteca, le Sale civiche “Prampolini e Zatti”, la Sala del Consiglio Comunale, la donazione del liutaio “Raffaele Vaccari”, il Centro Auser e la Polizia Municipale.

Specialità di Brescello è la spongata, un dolce natalizio che si presenta come una torta non lievitata ripiena di confettura di pere, mele, pinoli, mandorle e frutta candita. 

SITO UFFICIALE DI BRESCELLO  QUI

MUSEO PEPPONE E DON CAMILLO
Inaugurato nel 1989 è ospitato in quella che nei film era la casa del popolo di Brescello. È un museo piccolo, che raccoglie un sacco di cimeli originali dei film, come la bicicletta di Camillo, la motocicletta Guzzi con sidecar o l’apparecchio radio di Peppone, poster in lingue diverse a testimoniare il successo internazionale dei film, che erano molto popolari in Francia, Spagna e Germania, fotografie di scena e del dietro le quinte, pannelli con storie e aneddoti, e un sacco di materiale su Giovannino Guareschi. Fa parte di un circuito di tre musei comunali che possono essere visitati tutti con lo stesso biglietto che include il Museo Brescello e Guareschi: il Territorio e il Cinema, dove è illustrata la cultura contadina del paese e della provincia emiliana ed il rapporto tra il cinema e Brescello ed i suoi abitanti, che negli anni ’50 si ritrovarono proiettati su un set cinematografico internazionale. Il terzo è il piccolo museo archeologico, che ospita alcuni reperti di epoca romana rinvenuti nei dintorni. Il biglietto si acquista al punto informazioni turistiche del paese, dove si può anche trovare la mappa che indica tutti i luoghi di Don Camillo e Peppone.

APPUNTAMENTI IN PAESE

  • Brescello Film Festival - giugno
  • Sagra di San Genesio - agosto

ALTRE INFORMAZIONI E IMMAGINI QUI

IDEE IN BICICLETTA NEI DINTORNI QUI e QUI

PARCO FLUVIALE FOCE ENZA - informazioni QUI e QUI

RISERVA NATURALE DELLA PARMA MORTA
Istituita nel 1990 come riserva naturale regionale, è situata lungo l'alveo abbandonato del torrente Parma che, fino al XIX secolo, confluiva nell'Enza. Importante rifugio per anfibi, rettili e uccelli, costituisce un corridoio ecologico tra i torrenti Parma ed Enza.

TRA BRESCELLO E COENZO si trova l'Oratorio dedicato a Sant'Anna che presenta una semplice fronte a capanna orientata a settentrione, con lesene laterali e frontespizio superiore; l'ingresso è architravato con finestrella rettangolare superiore. Il tetto è a due falde con campaniletto a vela impostato nella parte absidale. Necessita urgenti lavori di ristrutturazione, probabili infiltrazioni ne hanno compromesso e incrinato pericolosamente la travatura di sostegno. La copertura rischia di crollare da un momento all'altro.

MEZZANO INFERIORE
Mezzani è un comune policentrico della provincia di Parma. Il nome deriva da "mezzano" che significa "territorio tra le acque" e si trova all’estremità nordorientale della provincia di Parma, al confine con le provincie di Reggio Emilia, Mantova e Cremona, nella Bassa parmense. Situato sulla riva destra del Po, il territorio comunale è attraversato anche da altri corsi d’acqua: il torrente Parma a ovest che sfocia nel Po a poca distanza da Mezzano Superiore, il torrente Enza che segna per qualche chilometro il confine orientale con la provincia di Reggio Emilia e si getta in Po nei pressi di Brescello, il canale Parmetta che delimita il confine meridionale col comune di Sorbolo e la Parma morta, letto abbandonato del Parma che fino al XIX secolo seguiva un percorso diverso sfociando nell’Enza. La maggior parte del territorio comunale prese forma durante il periodo medievale traendo origine da isole del Po dette appunto Mezzani. La prima terra a formarsi fu Casale, fondato su un'isola del Po esistente già nell'890, che sarà congiunta più tardi alla sponda destra poiché il fiume si era spostato più a nord. L’imperatore Carlo il Grosso nell’880 concesse al Vescovo di Parma le rive dei fiumi Po, Parma, Enza e Taro e le isole che si trovavano in essi. Per tale motivo, Mezzano Superiore e Inferiore formatesi come isole del Po divennero possedimenti dell’episcopato parmense. L’epoca della loro formazione non è certa, tuttavia nel 1131 esisteva già un primo Mezzano che corrispondeva all’attuale Superiore, l’Inferiore si formò posteriormente al 1306. Mentre Mezzano Rondani, Casale e Mazzabue fecero parte della giurisdizione ducale, Mezzano Inferiore e Superiore furono da sempre territori del Vescovo di Parma che a Mezzano Superiore aveva un palazzo in cui dimorava durante le sue visite Per favorire il popolamento del nuovo territorio di sua proprietà, il Vescovo diede i terreni di Mezzano alle famiglie di contadini che si fossero impegnate a coltivarli. Le prime dimore furono edificate sui terreni più elevati dell'ex isola nei pressi dell'attuale strada provinciale. Alla popolazione del luogo furono concessi anche diversi privilegi fiscali. I Mezzani costituivano così un vero e proprio stato indipendente su cui il vescovo, col titolo di conte, amministrava il territorio e esercitava la giustizia tramite un podestà di sua nomina. In una prima fase la Parma nei pressi di Mezzano Inferiore si biforcava in due bracci paralleli entrambi confluenti nell'Enza. Un ulteriore apporto di sedimenti costrinse l'Enza a spostare la foce verso Brescello e interrò il ramo più settentrionale della Parma. Il 6 giugno 1711 i nuovi territori (detti giarre) appena formatisi tra Po e Parma furono acquistati dalla Camera Ducale da Bianca Teresa Bonvisi. Il territorio fu più volte campo di battaglia: ancora oggi, per esempio, esiste un terreno chiamato 'cimitero dei turchi' poiché vi furono seppelliti i mercenari turchi che combatterono per la Repubblica di Venezia contro il Ducato di Milano. 


CHIESA DI SANTA MARIA NASCENTE
Edificata nel 1563, fu poi ricostruita tra il 1754 e il 1779 su progetto del Bertoli. All’interno si trovano un organo costruito da Cavalletti nel 1829 e un interessante altare maggiore in marmo intarsiato del 1799.




ORATORIO BEATA VERGINE DELLE GRAZIE
Si trova in località Borghetto. L’edificio ha pianta rettangolare con facciata a capanna, l’interno è a vele incrociate.


IDROVORA
L'edificio che ospita l'impianto idrovoro venne realizzato fra il 1908 e il 1917 e successivamente potenziato nel 2007.

ANTICA SEDE COMUNALE
Ospitò il comune di Mezzani fino al 1886. È conosciuto anche come Farmacia vecchia perché ospitò per diversi anni la farmacia del paese.


TRADIZIONI

Un tradizionale rito propiziatorio per i raccolti delle campagne si celebra la sera del 5 gennaio ed è conosciuto nei paesi limitrofi come Fasagna. Nel mantovano di fa il 6 gennaio e si dice 'la vecia'.


NEI DINTORNI
I quattro principali centri abitati sorsero in corrispondenza altrettante ex isole fluviali. La prima a formarsi fu quella di Casale, dove già nel XII secolo era presente una chiesa. Successivamente nacquero quella corrispondente all’attuale Mezzano Superiore e dopo il 1306 l’isola su cui sorse Mezzano Inferiore. Mezzano Rondani fondato inizialmente sulla sponda cremonese, nel XV secolo verrà a trovarsi su un’isola fluviale poi saldata con la sponda parmense. I territori di Mezzano Superiore e Inferiore furono per secoli sotto la giurisdizione del Vescovo di Parma.

CHIESA DI SAN MICHELE (Mezzano Superiore)
Una prima chiesa fu eretta nel XII secolo. Fu poi riedificata in una posizione più avanzata rispetto alla precedente quindi consacrata dal Vescovo Sagramoro Sagramori nel 1479, come testimonia una pietra erratica visibile in canonica. Il campanile fu sopraelevato nel 1664. Il corpo dell’edificio fu rinnovato tra il 1694 e il 1736, su progetto dell’architetto Giuliano Mozzani che, tuttavia, mantenne inalterato il preesistente prospetto della facciata. Lo stile del fronte della chiesa, caratterizzato da un ampio timpano tondo e da coppie di volute di raccordo, risale al XVII secolo.

SANTA MARIA ANNUNZIATA (Mezzano Rondani)
La parrocchiale di Mezzano Rondani, situata nel comune di Colorno, fu edificata due volte. La prima chiesa, costruita quando il paese era ancora sulla sponda casalasca, fu distrutta da un’inondazione del 1733. Fu successivamente riedificata nel 1745. Su una lapide posta sulla facciata è visibile lo stemma dei Rondani, un tempo signori del luogo; sempre a loro ricordo sulle cuspidi del campanile sono posizionati quattro rondoni in ferro battuto. All’interno della chiesa è presente un organo, un Traeri costruito nel 1734.

PALAZZO DEL VESCOVO (Mezzano Superiore)
Voluto da mons. Ferdinando Farnese (Vescovo di Parma dal 1573 al 1606) non fu mai terminato, ma da alcuni disegni del XVI secolo sarebbe dovuto diventare grandioso. Oggi è utilizzato come abitazione privata.

CORTE BONVISI (Ghiare Bonvisi)
Edificata dai marchesi Bonvisi, che presero possesso dei terreni circostanti agli inizi del XVIII secolo, ospitava un tempo anche un Oratorio benedetto nel 1756 e dedicato a S. Bernardo degli Uberti. È stata rimaneggiata pesantemente nel corso degli anni. Recentemente è stata parzialmente demolita a seguito alla politica di delocalizzazione delle abitazioni in terreni golenali.

Pista ciclabile Bici Parma Po 
Si tratta della principale pista ciclabile della Bassa parmense che si snoda sulla sommità dell’argine destro del Po seguendone il percorso. Da questo tracciato si dipartono poi altre piste secondarie che si inoltrano all’interno della pianura. Si parte da Coenzo al confine con la provincia di Reggio Emilia per arrivare fino al confine con la provincia di Piacenza in prossimità di Polesine Parmense. Nel territorio mezzanese la pista costeggia il percorso della riserva naturale orientata Parma Morta. La ciclovia Bici Parma Po fa parte del circuito EuroVelo 8, percorso che collega Cadice con Atene.

IN BICICLETTA NEI DINTORNI AL LINK

POCO DISTANTE DA MEZZANO: SORBOLO-CASA DELLE CONTADINERIE
Museo allestito in una casa rurale ottocentesca, conserva vario materiale etnografico che testimonia la vita della gente della Bassa Parmense tra fine '800 e inizio '900. La raccolta vuole documentare la laboriosità femminile e la fatica maschile, illustrando inoltre alcune coltivazioni tipiche: canapa e lino, materie prime per la confezione degli abiti.

MAGGIORI INFORMAZIONI QUI

CASALE
La chiesa di Casale viene citata per la prima volta in un documento datato 17 marzo 1144 in cui papa Lucio II confermava all'abazia di San Giovanni Evangelista il possesso dell'Ecclesiam Sancti Silvestri de Insula. Risulta essere divenuta una parrocchia prima del 1564. In epoca carolingia esisteva un piccolo edificio di culto le cui fondamenta si trovano all'interno del perimetro della chiesa attuale. La chiesa medievale era a navata unica e triabsidata. Gli affreschi sono databili tra fine del XIV e inizio del XV secolo, l’autore è ignoto. In seguito avvenne una pesante trasformazione che stravolse gli equilibri statici dell'edificio, originarono problematiche che emersero in occasione del terremoto del 2012.

IMMAGINI E INFORMAZIONI QUI

COLORNO
Colorno è stato un feudo del Vescovo di Parma, per poi diventare un avamposto strategico per la supremazia di Parma nei territori circostanti. Grazie alla famiglia Sanseverino dal 1458 si ebbe l'espansione del comune e la realizzazione di grandi opere architettoniche. Notevole contributo venne dato anche dai Borboni, che ne rinvigorirono l’aspetto del centro urbano.

DUOMO o CHIESA DI SANTA MARGHERITA
La chiesa di Santa Margherita venne costruita fra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo al limite del borgo, il nucleo più antico del paese, sotto le mura. In stile tardo gotico, fu consacrata il 21 maggio 1525, ma alcune fonti affermano che fosse già adibita al culto da anni. Originariamente progettata a pianta rettangolare con tre navate divise da colonne corinzie, non aveva cappelle laterali ma solamente alcuni altari addossati ai muri; il soffitto era in legno e il pavimento in cotto. Nel corso dei secoli la chiesa fu più volte rimaneggiata, in particolare nel 1662, in occasione della visita del Duca Ranuccio II e della sua sposa, l’interno fu interamente imbiancato e furono cancellate le pitture cinquecentesche. Gli ultimi lavori risalgono al 1834-1844 quando l’edificio assunse l’attuale aspetto neoclassico: le colonne vennero racchiuse dai poderosi pilastri, furono costruite otto cappelle e rifatta la pavimentazione.

SANTO STEFANO
La Chiesa di Santo Stefano sorge nel centro del paese e fu la prima sede parrocchiale di Colorno fino al 1582. L’edificio fu gestito, unitamente all’annesso convento, dai frati domenicani fino alla soppressione degli ordini decretata dal primo ministro ducale Guillaume du Tillot nel 1769. L’edificio fu profondamente modificato per volere del duca Ferdinando di Borbone nel 1798 su progetto di Pietro Cugini. Sulla facciata si trovano Angeli che sorreggono lo stemma borbonico in terracotta. L’attiguo convento nel 1798 fu invece concesso dal Duca ai gesuiti, che sotto la guida di Giuseppe Pignatelli intrapresero proprio da Colorno la nuova diffusione dell’ordine in Italia, prima della definitiva soppressione napoleonica. All’interno l’artista contemporaneo Omar Galliani tra il 1973 e il 74 ha realizzato un affresco raffigurante il Martirio di Santo Stefano. Il dipinto fu censurato con l’innalzamento di un muro che ne inibisse la vista: i personaggi espressivi e contemporanei, i colori forti ed una resa visiva, in alcuni casi, quasi fotografica, risultarono non solo incompresi, ma interpretati come fonte di scandalo in uno spazio consacrato. Nel 2003 fu demolito il muro e il dipinto ora sarebbe visibile ma purtroppo la chiesa è inagibile a seguito del terremoto del 2012.

ORATORIO DI COPERNICO
Fu costruito per volontà di Ferdinando di Borbone negli anni 1771/72 sul fondo di uno stradone che si dirigeva a Copermio. Il complesso è costituito dall’Oratorio intitolato a S. Maria del Buon Cuore e dal “Real Casino” che doveva servire da Palazzo di Riserva per gli ospiti. La facciata è ornata dai busti di terracotta rappresentanti San Ferdinando e Santa Amalia. All’interno la cupola presenta una decorazione a stucco che raffigura gli Evangelisti, la Fede, la Carità e la Religione e al centro il Cuore di Maria. All’interno vi erano importanti arredi lignei di Ignazio Marchetti (1771-73) e la statua in piombo di San Bernardo realizzata dal parigino Laurent Guyard (1771), autore anche della statua in cartapesta dipinta rappresentante la Madonna col Bambino. Nelle cappelle laterali due quadri capolavoro: “La Santa Amalia” dell’Abate Giuseppe Peroni del 1775 e la “Fede Incoronata, S. Luigi Re Di Francia e San Ferdinando Di Castiglia” di Pietro Melchiorre Ferrari, allievo di Giuseppe Baldrighi.

TORRE DELLE ACQUE
Il primo manufatto idraulico fu costruito intorno alla metà del XV secolo. La zona costituiva già all’epoca un luogo strategico dal punto di vista idraulico, tanto che nei secoli successivi vi furono innalzati anche altri edifici legati allo sfruttamento dell’acqua: le cinquecentesche Case dei Pescatori, l’ottocentesco Mulino della Corona e la novecentesca Fabbrica dell’Ossigeno. Il duca Francesco farnese, agli inizi del XVIII secolo, incaricò della progettazione della torre l’ingegnere Jean Baillieul, che già stava lavorando alle opere idrauliche del parco. Con l’estinzione della dinastia dei Farnese nel 1731, la torre cadde in disuso; fu quindi trasformata in edificio residenziale e vi furono addossati due nuovi corpi, contenenti rispettivamente un torchio da olio ed un pollaio. Oggi la torre si presenta in stato di abbandono, ma un accordo firmato nel 2015 ne prevede la risistemazione e messa in sicurezza, con lo scopo di realizzarvi un impianto per la produzione di energia idroelettrica.

ARANCIAIA
Il Museo Etnografico di Colorno – Museo dei Paesaggi di terra e di fiume (MUPAC) è un museo dell’uomo e della sua cultura, è quindi un Museo etnoantropologico che pone al proprio centro l’uomo e la rappresentazione della complessità della sua esperienza.
Il Museo Etnografico di Colorno – Museo dei Paesaggi di terra e di fiume si trova al primo piano dell’Aranciaia e si configura quale impresa culturale di rilevanza sociale e strategica per la città e per il territorio di Colorno e della regione Emilia-Romagna. La sua funzione, non limitata ai pur rilevanti obiettivi della conservazione e presentazione al pubblico di oggetti, immagini e documenti, si esplicita nel configurarsi quale istituto d’offerta culturale e turistica, servizio alla didattica, protagonista della necessaria riflessione sul rapporto fra memoria, identità e prospettive sul futuro.

MAGGIORI INFORMAZIONI:  mupac

ORATORIO SS. ANNUNZIATA
L’oratorio della SS. Annunziata di Vedole venne fatto costruire nel 1586 da Anna Sanseverino, imparentata col feudatario di Colorno Gian Francesco, e affidato ai domenicani. Passato alla Comunità di Colorno, ormai cadente, venne ceduto alla duchessa Dorotea Sofia, moglie di Francesco Farnese, che lo fece ricostruire dall’architetto Giuliano Mozzani  nel 1720. Mozzani è stato coadiuvato dallo scultore Antonio Borra per le opere plastiche in stucco e dal pittore fiorentino Sebastiano Galeotti per la decorazione delle volte traforate. La costruzione presenta una pianta ottagonale con due torri ed una cupola a doppia volta e un caratteristico tetto di piastrelle di maiolica gialle, blu e bianche. All’interno la cupola, affrescata da Sebastiano Galeotti con l’ “Assunta accolta in Paradiso dalla Trinità”, si intravvede grazie ad un’apertura a stella. Sull’altare maggiore è posta “l’Annunciazione” di Giovanni Maria Piane detto il Molinaretto ( 1660 – 1745) e sui due altari laterali campeggiano “La Visitazione” e la “Natività”, opere di Clemente Ruta. Sul portale d’ingresso fu posto, nel 1775, l’organo realizzato da Giovanni Cavalletti con cassa lignea intagliata da Ignazio Marchetti. Per lascito testamentario di Dorotea Sofia l’oratorio, la canonica e gli arredi annessi costituivano beni ereditari delle duchesse di Parma.  E’ stato restaurato nel 1999.

INFORMAZIONI E IMMAGINI QUI

SAN LIBORIO 
La cappella si struttura come una chiesa a tutti gli effetti, con pianta a croce latina e tre navate separate da colonne di ordine corinzio. A spiccare sull’altare maggiore è la Predicazione di San Liborio, opera di Gaetano Callani. Prticolare attenzione deve essere posta al pavimento, composto da marmi policromi incastonati con intarsio con motivi floreali: sono stati utilizzati marmo rosso di Verona, marmo giallo di Siena, marmo rosa, grigio e nero di Carrara. Di fronte all’altare si trovano il coro ligneo, di notevole suggestione, le pale d’altare di importanti pittori dell’epoca e diverse sculture. Anche l’organo Serassi è un vero gioiello, a dimostrazione di quanto il duca ci tenesse alla musica, ed offre numeri davvero eccezionali per l’epoca: è infatti dotato di 3000 canne, 68 comandi e 8 mantici. Non meno stupefacenti i raffinati reliquiari e il ricco arredo liturgico composto da croci, troni, candelieri e leggii, cosi come la cappelletta del Santissimo Sacramento, progettata dall’architetto colornese Pietro Cugini, ornata con preziosi marmi grigi di età romana che vennero trafugati dal palazzo di Tiberio presso gli orti farnesiani sul Palatino.

REGGIA DI COLORNO
La Reggia di Colorno è una complessa e monumentale struttura architettonica, con oltre 400 sale, corti e cortili. Sull’area ora occupata dal palazzo sorgeva una rocca fortificata eretta da Azzo da Correggio nel 1337 che divenne importante centro politico e culturale con la famiglia Sanseverino; in particolare Barbara, donna bellissima e di grande cultura, fonda e anima un cenacolo letterario, in concorrenza con le altre grandi corti italiane. Verso la seconda metà del 1600 divenne la residenza estiva dei Farnese Duchi di Parma e furono intrapresi importanti lavori di ristrutturazione del palazzo e del giardino per opera di Ferdinando Galli Bibbiena .Con l’estinzione della famiglia Farnese il ducato passò a Carlo di Borbone, figlio del Re di Spagna e di Elisabetta Farnese, che, conquistato il Regno di Napoli, lo lascia in favore del fratello Filippo. Nel 1749 la nuova coppia ducale Filippo di Borbone e Luisa Elisabetta, figlia del re di Francia Luigi XV, prende possesso del ducato dando inizio ad un periodo aureo per il palazzo tanto da meritare il titolo di "Versailles dei Duchi di Parma”. Nel 1807 il palazzo fu dichiarato dal governo napoleonico "Palazzo Imperiale” e destinato ad ospitare Napoleone e i membri della corte nei suoi viaggi in Italia. A seguito del Congresso di Vienna Maria Luigia d’Austria, seconda moglie di Napoleone, venne insignita del titolo di duchessa di Parma e per l’occasione restaurò il palazzo e il giardino. Alla sua morte, come prevedeva il trattato, il palazzo e il ducato tornarono ai Borbone fino all’annessione al Regno d’Italia. Nel 1870 il palazzo fu acquistato dalla Provincia di Parma che per quasi 100 anni lo destinò ad ospitare famiglie in difficoltà e personale di servizio dell’attiguo Manicomio insediato nel vicino convento. Dalla seconda metà degli anni novanta Gli spazi museali sono stati aperti al pubblico.
INFO SULLA REGGIA QUI  e QUI
ALTRE INFO E IMMAGINI QUI

IDEE IN BICICLETTA QUI e QUI
Chi è Contardo? La risposta QUI
Blog ideato, scritto e curato da Monica Monici (visita il sito www.monicamonici.it).
Per segnalazioni, collaborazioni o messaggi scrivere a info@monicamonici.it


Commenti