LA VIA DI CONTARDO OGGI...
Quingentole si trova sulla riva destra del fiume Po, poco a valle della confluenza col fiume Secchia. Vi sono diverse ipotesi sull'origine del nome: potrebbe essere derivato da quingenti, cioè cinquecento, identificativo della superficie originale del luogo, così come è accaduto per i toponimi di Trecenta, Nonantola, Quarantoli; oppure da quinque, ovvero cinque, in riferimento alla distanza in miglia dalla Via Aemilia Altinatis, via che univa Ostiglia a Quarantoli; oppure ancora da quinque gentes, cioè cinque famiglie. Indagini archeologiche nelle vicinanze del paese hanno confermato la presenza di insediamenti già dal periodo romano.
Gli edifici storici principali sono: la Gran Casa del Sole, affacciata sull'ampia piazza, un tempo villa dei vescovi di Mantova ed oggi Palazzo Municipale; la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo, con due leoni in marmo rosso tardo trecenteschi sul sagrato, dirimpetto al Palazzo Municipale; la Chiesetta di San Lorenzo, in località San Lorenzo, un tempo molto più ampia dell'attuale .
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Nuvolato è una frazione del comune di Quistello. Si hanno notizie dell'abitato fin dall'anno 804 come castello e corte di Nuvolato, entità scomparsa nel 1474. Al 1082 risale la costituzione dell'attuale parrocchia. Nebularium (località attorniata da nebbia), ma per altri Novum Letum (Nuovo terreno, emerso dalle acque) è citato una prima volta in un documento dell’imperatore Enrico I nel 1021, quando si ricordano che al vescovo di Mantova spetta il possesso di alcuni territori, tra cui, appunto, Nebularium. Nel 1059, poi, il borgo appare sotto la giurisdizione del vescovo di Reggio Emilia, visto che è definito tra i possedimenti facenti capo al monastero di San Prospero (in Emilia). Nel 1183 il territorio passa sotto la giurisdizione dl vescovo di Mantova, Sigfrido; nel 1204 i terreni sono concessi alla famiglia Trìvoli.
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MUSEO GORNI
Il Museo diffuso è un omaggio permanente allo scultore Giuseppe Gorni, nativo proprio di Quistello. L’edificio, ideato negli anni tra le due guerre per essere una scuola elementare, è stato ristrutturato e predisposto per accogliere le numerose opere dello scultore di Nuvolato, in un percorso in grado di raccontare della sua carriera artistica così come della sua vita privata. Un viaggio nella realtà contadina novecentesca attraverso gli occhi di una personalità carismatica, amante della propria terra ma che ha avuto il dono grande di una visione più ampia d’insieme.
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PINACOTECA COMUNALE
Pitture, disegni, sculture e grafiche di artisti di area locale rappresentano il nucleo più significativo della raccolta, databile cronologicamente tra la fine dell’Ottocento e la seconda metà del Novecento.
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QUARTA SOSTA: SAN BENEDETTO PO
La storia di San Benedetto Po è legata inscindibilmente con la nascita, la vita, lo sviluppo e la soppressione napoleonica dell'abazia del Polirone, uno dei siti cistercensi più importanti del nord Europa, fondato da Tedaldo di Canossa nel 1007. Matilde di Canossa volle esservi sepolta dopo la sua morte, avvenuta nel 1115. Giulio Romano partecipò al progetto di ristrutturazione della Basilica di San Benedetto. Molti anni prima Cortese, un intellettuale umanista colto e raffinato, un intenditore d'arte e di architettura, che già attorno al 1510 aveva elaborato un progetto di rinnovamento per l'abbazia, aveva inutilmente cercato di ottenere per il refettorio di S. Benedetto un dipinto di Raffaello: fu naturale, quindi, per lui, rivolgersi al più celebre dei suoi allievi, Giulio Romano, che da lungo tempo ormai lavorava per la corte mantovana, ed era all'apice della sua fama. Contarono, naturalmente, anche i buoni rapporti dell'abate con il cardinale Ercole, e l'antica predilezione dei Gonzaga per il monastero: i signori di Mantova, infatti, non permettevano spesso al loro artista di corte di prendere impegni con altri committenti. Giulio Romano accettò la proposta di Gregorio Cortese e tra il 1539 e il 1540 il cantiere fu avviato. Si trattava, nelle intenzioni del Cortese, di ideare una sorta di rivestimento all'antica per l'edificio, e di conservare il più possibile le strutture già esistenti, per contenere le spese, ma anche perché gli elementi gotici erano fondamentali per l'identità della chiesa originale. Qualche anno più tardi, nel 1547, si svolse la cerimonia della nuova consacrazione, ma Giulio Romano non poté vederla; era morto, infatti, l'anno prima, nel 1546.
Il complesso monastico si compone di svariati edifici: chiostri, refettorio, cantine, biblioteca e scriptorium. alla basilica è annesso l'oratorio di Santa Maria, con pregevoli mosaici pavimentali risalenti al XII secolo.
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ALTERNATIVASi può decidere di saltare Nuvolato e Quistello, per accorciare il percorso e avere più tempo per il Polirone. Andando quindi direttamente da Quingentole a San Benedetto il percorso richiede tre ore e cinquanta minuti.
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