LA VIA DI CONTARDO OGGI: DA SALICETO A PIACENZA quattro ore e dieci minuti

   LA VIA DI CONTARDO OGGI...

CAMMINARE FA BENE ALLA SALUTE 
E ALLO SPIRITO

In cammino tra  Saliceto e Piacenza, passando da Pontenure. 


RIPERCORRI I PASSI DI CONTARDO: da Saliceto a Pontenure (36° tappa), da Pontenure a Piacenza (37° tappa e 38° tappa).



PONTENURE
Pontenure è un comune della provincia di Piacenza, collocato sulla riva destra del Nure. Inizialmente appartenne all'abbazia di San Colombano di Bobbio e dall'XI secolo dei monaci benedettini del monastero di San Savino di Piacenza. 

CHIESA DI SAN PIETRO
Di antica fondazione è da sempre legata al pellegrinaggio. Oggi si presenta con 5 navate. Di fianco alla chiesa si eleva la Torre Campanaria, risalente al medioevo

PARCO DI VILLA RAGGIO
Realizzato a fine ‘800 su ispirazione dei giardini romantici, ospita oggi 750 piante ed è sede di eventi.

NEI DINTORNI
CASTELLO DI PADERNA
Non si conosce la data esatta di fondazione dell’edificio, ma rimangono documentati danneggiamenti e distruzioni avvenute nel corso del XIII secolo. Alla famiglia Marazzani, che lo acquisì nel 1453, si deve l’aspetto attuale del complesso, cinto da mura dalle quali si innalzano torri e mastio e da un fossato ricolmo d’acqua che ne accentua il fascino. Nel corso dei lavori di trasformazione Quattrocentesca l’oratorio di Santa Maria, risalente al IX secolo, fu inglobato nella residenza padronale. Eredi dei Marazzani sono i nobili Pettorelli, attuali proprietari, che hanno restaurato il castello trasformandolo nella location ideale per eventi, meeting e matrimoni. Il castello di Paderna è oggi azienda agricola biologica, fattoria didattica, frutteto e “ortogiardino” con coltivazione di antiche varietà. I proprietari hanno inoltre deciso di renderlo visitabile. Il castello di Paderna fa parte del circuito dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli.

MURADELLO
A poco meno di 4 km da Pontenure, si possono ammirare l’esterno del Castello quattrocentesco, giunto a noi rimaneggiato e attualmente di proprietà privata, oltre alla chiesa dedicata a San Colombano.

VALCONASSO
Vi si trova il complesso La Bellotta, con la villa neoclassica.

APPUNTAMENTI IN PAESE
La seconda domenica di settembre viene organizzata la ''Festa dell'asino'', che richiama migliaia di persone che giungono a vedere la corsa degli asini ed a gustare lo stracotto di asinina. Si narra che il 31 agosto del 1901, per ravvivare una festa popolare, qualcuno ebbe l'idea di far scendere dalla torre campanaria un asinello munito di ali. La notizia ebbe un certo clamore e calamitò nella piazza di Pontenure un nugolo di forestieri, curiosi di osservare questa insolita attrazione. Così alle 16 in punto del giorno fatidico dalla bifora della torre campanaria apparve un somarello di nome Geppetto che, legato con un uncino ad una corda tesa all'altro angolo della piazza, fu, suo malgrado, spinto nel vuoto. La bestiola iniziò così lentamente a scendere e, dibattendosi, a far muovere le ali posticce che gli erano state applicate sul dorso. Pare che la folla apprezzasse molto lo spettacolo, ma, quando Geppetto era ormai arrivato a pochi metri dal suolo, la corda si spezzò. Non vi furono feriti fra a folla ed anche Geppetto se la cavò con qualche escoriazione, ma da allora Pontenure fu definito, in modo non troppo benevolo, come il paese dell'asino. Il tempo lenisce tutte le ferite e così oggi i pontenuresi hanno imparato a sorridere di questa storia, trasformandola anzi in motivo di allegria. 

PIACENZA
Situata sulla riva destra del Po, alla confluenza a ovest del fiume Trebbia e ad est del torrente Nure, ha una storia molto antica: è stata fondata dai Romani nel 218 a.C., come importante avamposto militare. 
Da notare la figura di Sant'Antonino, divenuto patrono della città, a cui è dedicata la chiesa costruita tra il 350 e il 375 d.C. Nel 476 d.C. nelle vicinanze della città si tenne la battaglia che portò alla deposizione dell'ultimo imperatore romano d'occidente Romolo Augustolo. Divenuta sede di un ducato longobardo, fu conquistata dai Franchi. La città acquistò maggiore importanza intorno all'anno mille, trovandosi lungo il percorso dell Via Francigena. Dal 1126 fu libero comune e nel 1167 fu tra le città che costituirono la Lega Lombarda nell'ambito degli scontri contro Federico Barbarossa, sconfitto dall'alleanza tra i comuni nel 1176 a Legnano. Nel 1183, presso la basilica di Sant'Antonino, vennero firmati i preliminari della Pace di Costanza. A partire dal 1335 la città fu assoggettata alla signoria della famiglia Visconti e rimase, con l'eccezione di brevi periodi, sotto il dominio milanese fino al 1521. Nel 1545 fu eletta a Ducato insieme a Parma, sotto la guida della famiglia Farnese. Con l'estinzione della famiglia Farnese, a partire dal 1731 fu governata dalla famiglia Borbone. Conquistata dalle truppe francesi durante il periodo napoleonico, dopo la Restaurazione il ducato venne ricostituito assegnandolo a Maria Teresa d'Austria, che lo mantenne fino alla propria morte, in occasione della quale lo stato ritornò ai Borbone. Con un plebiscito tenutosi il 10 maggio 1848 Piacenza fu la prima città a chiedere l'annessione al Regno di Sardegna, guadagnandosi l'appellativo di 'primogenita d'Italia'.


S.FRANCESCO
Costruita tra il 1278 e il 1363, presenta uno stile gotico lombardo, con facciata in cotto. V'era annesso un monastero gestito dai Frati Minori. Il monastero fu abbandonato definitivamente nel 1810. Qui è avvenuta la proclamazione nel 1848 dell'annessione al Regno di Sardegna. 



La chiesa conserva all’interno opere del XIV e XV secolo. Notevole il compianto su Cristo Morto, situato nella cappella absidale, opera di Luca Reti (XVII sec.). La cappella dell’Immacolata Concezione presenta opere di Giovanni Battista Trotti detto “Il Malosso” (1597). Nella cupola si può scorgere la Vergine incoronata alla presenza della Santissima Trinità, in un cielo di nuvole arricchito da numerosissime figure ritratte con cromie squillanti e in pose scorciate, tipiche della Maniera.

DUOMO
Probabilmente la sua costruzione è iniziata nel 1122; il campanile è del 1333. La cripta medievale è considerata la parte più antica ed è caratterizzata da colonne terminanti con capitelli tutti differenti che presentano decori antropomorfi, zoomorfi e soprattutto vegetali. L’altare maggiore è dedicato a Santa Giustina; l’altare di sinistra anticamente era consacrato ai Santi Artemio, Candida e Paolina, quello di destra a San Nicola da Bari. Conserva le reliquie di Santa Giustina e numerose opere artistiche, tra cui un dipinto murale raffigurante Gesù Crocifisso fra i Santi Giovanni Battista e Giustina, qui effigiata in veste di badessa col pastorale. Fu commissionato nel 1576 circa da Filippo Schiavi come l'opera a fianco, che immortala il prebendario genuflesso ai piedi della Madonna detta “della Concezione”. 

San Cristoforo tra le figure equestri dei Santi Giorgio e Antonino, probabilmente della seconda metà del Duecento; la Madonna col Bambino in trono tra i Santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista sul secondo pilastro destro della navata centrale (che ospita anche la Madonna della misericordia del XV secolo venerata come Madonna delle grazie). Sul pilastro fra transetto destro e presbiterio vi è un dipinto murale trasferito su tela, l’Ecce homo dalle cui palme fiotti di sangue originano particole eucaristiche. Tra le più “singolari raffigurazioni in territorio italiano del fons vitae”, è un unicum iconografico in quest’area. Poco distante, il Gesù Crocifisso con Santi e donatore, del 1515 per opera di Bartolomeo Bernardi, detto Bonone. Alla realizzazione degli splendidi affreschi che dominano la cupola contribuì generosamente il vescovo Giovanni Linati (1620-1627). Le immagini di Davide e Isaia sono di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. Nel 1626 gli subentrò il Guercino, che completò, entro il 1627, gli altri sei scomparti della cupola, le lunette e il fregio del tamburo. Nei pennacchi della cupola e negli spazi preludenti alla galleria, tra il 1688 e il 1689, operò il bolognese Marcantonio Franceschini. Tra il 1599 e il 1609 il vescovo Claudio Rangoni promosse il riassetto di presbiterio e coro e per il ciclo pittorico furono chiamati Camillo Procaccini e Ludovico Carracci. 

In facciata, sull'architrave del portale di sinistra, un'opera attribuita a Wiligelmo, mentre sull'architrave a destra, un gruppo scultoreo attribuito a Niccolò. All’interno, le formelle dei Paratici sulle colonne attestano il contributo dato dalle Corporazioni piacentine. I sette rilievi sono stati ricondotti all’officina di Niccolò e ai primi decenni del XII secolo. Sul primo pilastro di sinistra la formella dei Carradori; sul secondo la formella dei Calzolai; il rilievo dei Mercanti di stoffa è sulla prima colonna a destra; quello dei Conciatori di pelle sulla colonna seguente; sulla colonna del transetto sud c'è il rilievo dei Fornai; nel transetto nord la formella dei Ciabattini e quella dei Tintori. Degni di nota il polittico, eseguito da Antonio Burlengo e Bartolomeo da Groppallo tra 1443 e 1447; l’Altare del Crocifisso (1504) di Ambrogio Montevecchi; l’Angil dal Dom, collocato sulla cuspide conica del campanile, è una figura dorata, composta da 34 lamine di rame sbalzato fissate da chiodi, alta 2,75 metri e pesa 104,500 chilogrammi. Ricondotta per quanto riguarda l’ideazione al locale Pietro Vago, svetta sulla città dal 1341, montata su di un perno che le ha consentito nei secoli di girare come una banderuola secondo la direzione del vento. Costituisce pertanto il più antico strumento meteorologico ad uso degli abitanti e dei frequentatori della città.

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SANT'ANTONINO

Tra le chiese più antiche: una prima basilica fu eretta tra il 350 e il 375 al tempo di San Vittore, primo vescovo di Piacenza, probabilmente nell'area dell'attuale transetto. Quasi del tutto distrutta durante le invasioni barbariche, venne ricostruita nel 1014 e più volte rimaneggiata. Nel 1350 fu prolungato il transetto sinistro con un atrio, detto “Porta del Paradiso”, formato da uno slanciato arco ogivale sormontato da un rosone e ornato di pinnacoli. L’atrio si apriva sulla Via Francigena. Sant’Antonino è il patrono della città: i suoi resti furono traslati verso la fine del IV secolo nella basilica: le reliquie del santo si trovano sotto l’altare maggiore, insieme a quelle di San Vittore. Nel corso dei secoli fu più volte ampliata, trasformata e restaurata. Simbolo della Basilica è la torre campanaria ottagonale. Nel 1183 ospitò i delegati dei Comuni e dell'imperatore Federico Barbarossa per i preliminari della pace di Costanza.

MUSEO CAPITOLARE
Ospitato all’interno di locali costruiti nel Cinquecento accanto alla Basilica di Sant'Antonino, comprende arredi e opere d’arte che provengono da alcune cappelle demolite tra il 1915 e il 1930 e dal Tesoro della chiesa.

INFORMAZIONI SUL MUSEO CAPITOLARE QUI

SAN SAVINO
Il Vescovo Savino (376-420), succeduto al primo Vescovo di Piacenza, Vittore, fece costruire una chiesa dedicata ai 12 Apostoli alle “Mose”, sull’asse viario che da Piacenza va a Roma, fuori dalle mura che al tempo racchiudevano il “castrum”. Savino fu un grande amico di Sant’Ambrogio di Milano che lo ricorda nelle sue lettere come il revisore dei suoi scritti teologici. Interviene insieme ad Ambrogio al Concilio di Aquileia nel 381. E’ ricordato anche per il “miracolo del Po” narrato nei Dialoghi di San Gregorio Magno. Soprattutto è ricordato per il ritrovamento della tomba e quindi delle reliquie di Sant’Antonino nel 388 e le sistema nella stessa urna, con una divisoria, in cui venivano custoditi i resti mortali di San Vittore. Il successore di San Savino, San Mauro i cui resti mortali si trovano nell’urna posta nell’abside minore della basilica, fece seppellire San Savino nella cripta della chiesa dei 12 Apostoli che poi passò a chiamarsi chiesa di San Savino. Nel 902 gli Ungari la distrussero in parte e nel 903 il Vescovo Everardo la fece riedificare ma nuovamente nel 924 gli Ungari la rasero al suolo. Nell’anno 1000 il Vescovo Sigifredo riedificò, sul luogo ove sorgeva quella distrutta dai barbari, l’attuale Basilica che venne consacrata il 10 ottobre 1103 dal Vescovo Aldo. Di questo periodo sono i mosaici della cripta, il mosaico posto nel presbiterio e il crocifisso ligneo che si può ammirare sull’altare maggiore. L’altare della cripta è del 1481. 

MAGGIORI INFORMAZIONI SU SAN SAVINO QUI

PALAZZO GOTICO
Palazzo Gotico domina piazza Cavalli, costruito nel 1281 da Alberto Scoto, capo dei mercanti e signore ghibellino della città,
 sull’area dove sorgevano il convento di San Bartolomeo e la chiesa di Santa Maria de Bigulis. La realizzazione fu affidata agli architetti piacentini Pietro da Borghetto, Gherardo Campanaro, Pietro da Cagnano e Negro de’ Negri. Il contrasto tra il marmo rosa del piano inferiore e il cotto decorato a motivi geometrici dei finestroni superiori crea un effetto di sorprendente eleganza. L’edificio è rimasto incompiuto: si pensa, infatti, che la facciata visibile dovesse essere soltanto un lato dell’intera costruzione.

MUSEI DI PALAZZO FARNAESE - INFORMAZIONI QUI

GALLERIA RICCI ODDI - per informazioni QUI il sito della galleria, con tutte le informazioni necessarie.

MUSEO DI STORIA NATURALE - INFORMAZIONI QUI

ALTRE INFORMAZIONI UTILI SU PIACENZA QUI oppure QUI

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Blog ideato, scritto e curato da Monica Monici (visita il sito www.monicamonici.it).
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