LA VIA DI CONTARDO OGGI: DA SAN BENEDETTO PO A REGGIOLO (RE) quasi 5 ore

 LA VIA DI CONTARDO OGGI...

CAMMINARE FA BENE ALLA SALUTE 
E ALLO SPIRITO

In cammino tra San Benedetto Po e Reggiolo,  passando da Pegognaga e Gonzaga. 



Ripercorri il cammino di Contardo tra San Benedetto Po e Santa Maria in Valverde (14°tappa), tra Santa Maria in Valverde e Pegognaga (15° tappa), tra Pegognaga e Gonzaga (16° tappa) e infine tra Gonzaga e Reggiolo (17° tappa).



PRIMA SOSTA: SANTA MARIA IN VALVERDE


La deliziosa chiesa di Santa Maria in Valverde non si trova più sulla strada che conduce a Pegognaga partendo da San Benedetto Po. A causa delle vicissitudini nel tempo è divenuta una chiesetta di campagna e risulta leggermente isolata. Consiglio sicuramente una visita, perché è molto suggestiva e offre uno spaccato della vita religiosa delle genti del Po. Inoltre è adorabile, immersa nel silenzio e facilmente raggiungibile attraverso delle strade di campagna. I proprietari sono persone eccezionali, che si stanno dedicando a recuperare la bellezza di questo luogo pieno di spiritualità. Servono trenta minuti per andare da San benedetto alla chiesa di Santa Maria in Valverde e altrettanti per tornare indietro e riprendere il cammino verso Pegognaga. Il viaggiatore che vuole gustarsi tutto lo spettacolo potrà scegliere di fermarsi un giorno intero a San Benedetto, per vedere anche questo piccolo gioiello.


ALTRE INFORMAZIONI sul SITO

Segnalo inoltre una faccenda meravigliosa che ho scoperto transitando per queste zone. Passa di qui un'importante via ciclabile europea, la EUROVELO n. 8 o MEDITERRANEAN ROUTE, nel tratto che collega Torino a Venezia e viceversa. La EUROVELO 8 nella sua interezza collega Atene a Cadiz, mi vengono i brividi solo a pensarci. Maggiori dettagli su questa ed altre fantastiche opportunità per gli amanti delle due ruote sul
 sito ufficiale eurovelo, davvero interessante!!!


SECONDA SOSTA: PEGOGNAGA


Il toponimo deriverebbe secondo alcuni dal latino Pecunius, nome di un patrizio romano il quale nel I secolo d.C. avrebbe fondato qui un piccolo villaggio agricolo. Secondo un'altra interpretazione esso sarebbe invece da collegare al termine pecunia, che in latino significa denaro, ricchezza, in riferimento alle terre del luogo in grado di offrire raccolti redditizi. Nel periodo compreso tra il I e il IV secolo d.C. il centro assunse il nome di Flexum. Con l'inizio delle invasioni barbariche venne distrutto e abbandonato, scomparendo dalla storia per lungo tempo. Nell'820 cominciarono a registrarsi nuovi insediamenti e nell'877 comparve la corte Pigugnaria, denominazione che andrà gradualmente modificandosi nei secoli sino a divenire l'attuale Pegognaga. All'inizio dell'XI secolo essa passò sotto il dominio di Matilde di Canossa. Successivamente la comunità entrò a far parte dei possedimenti del Comune di Gonzaga. I principali insediamenti agricoli, una decina di corti sparse, tuttora esistenti, sono databili a partire dal 1500, mentre solo nel 1907 terminò la millenaria opera di bonifica che trasformò il terreno paludoso in uno dei più fertili della Val Padana. Il Comune di Pegognaga venne istituito con Regio Decreto il 5 novembre 1876.

LA CHIESA DI SAN LORENZO 

La Pieve è citata in un documento del re longobardo Luitprando (712-744), con il quale il sovrano concede agli abitanti della pieve di San Lorenzo i diritti di caccia e pesca nell’adiacente foresta di Flesso. La tradizione vuole che la chiesa sia stata ricostruita dalla contessa Matilde di Canossa nel 1082: la data non è certa e nemmeno documentata, ha suscitato anzi diverse discussioni, poiché corrisponde al periodo della lotta per le investiture, durante il quale gli scismatici avevano assediato i castelli della contessa e occupato i suoi possedimenti nel basso mantovano. La pianta è a forma basilicale con tre navate, terminanti con tre absidi ricurve e transetto non sporgente rispetto alle navate laterali. La scansione delle navate è determinata da due file di robuste colonne. Fu riedificata nella prima metà del Novecento e funge da Famedio per i caduti della Grande Guerra.


 
Il parco San Lorenzo ha un’estensione complessiva di 56 ettari, 37 dei quali destinati a verde pubblico, 12 all’oasi naturalistica ‘Falconiera’ e 7 occupati da un’area archeologica di età romana (II sec. a.C. - IV sec. d.C.) al centro della quale è insediata la Pieve matildica di San Lorenzo, che dà il nome al parco. Nell'area archeologica San Lorenzo sono stati rivenuti diversi reperti che sono conservati presso il locale Museo archeologico. L’Oasi Falconiera è la porzione del Parco San Lorenzo destinata alla protezione della fauna, della flora e dell’ecosistema naturale planiziale di alto valore ecologico. All’interno dell’Oasi si svolgono diverse attività educative e del tempo libero: osservazione degli uccelli dai capanni distribuiti lungo le sponde del lago, percorsi di educazione ambientale per i ragazzi delle scuole del territorio e visite guidate per gli adulti. Nel 2017 il Parco San Lorenzo ricevuto la menzione per Alto valore ecologico e di sostenibilità ambientale dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

MAGGIORI INFORMAZIONI QUI oppure QUI

Il Civico Museo Archeologico, istituito nel 1977 per custodire i circa 750 reperti provenienti dall’area di San Lorenzo di Pegognaga, fa parte del Centro culturale “Livia Bottardi Milani”. Nella sala espositiva è visibile la Collezione “Bonatti Nizzoli”. I reperti, tutti databili all’età romana, provengono dall’area archeologica nei pressi della pieve matildica di San Lorenzo e testimoniano l’esistenza di un piccolo vicus rurale sorto sulle sponde dell’antico corso del fiume Po. Manufatti in ceramica, vetro, bronzo, osso permettono di ricostruire, con l’aiuto dei pannelli esplicativi, la vita quotidiana dell’abitato romano e di capire il rilevante peso delle attività commerciali legate alla navigazione fluviale. L’importanza del grande fiume è documentata anche dal capitello con dedica al Padre Po che rappresenta uno dei reperti più noti della collezione. Si possono inoltre ammirare iscrizioni, ceramiche, monete, vetri, gemme e una statuetta bronzea raffigurante Zeus.

MAGGIORI INFORMAZIONI E ORARI QUI

VILLA ANGELI
L’edificio stimato dei primi anni del 1500, ha subito numerosi rimaneggiamenti ad opera dei vari proprietari, tra i quali Giovanni Gonzaga nel 1700 a cui si deve la connotazione architettonica attuale, passando da tipica corte rurale a villa signorile

Centro Culturale "Livia Bottardi Milani" informazioni QUI

ALTRI SPUNTI IN ZONA QUI

Il paese è servito dalla stazione ferroviaria di Pegognaga, posta sulla linea Suzzara-Ferrara. Nel comune è presente l'omonimo casello autostradale dell'autostrada A22, che collega Modena con il Brennero.

TERZA SOSTA: GONZAGA
Gonzaga si trova sul confine con l'Emilia-Romagna, circa a metà strada tra Mantova e Reggio Emilia. Nel 1215 fu assediata invano dai Reggiani e dai loro alleati Cremonesi. Cinque anni dopo il comune di Reggio tentò di nuovo la conquista di Gonzaga, ma i Mantovani chiamano in loro aiuto i Modenesi. La guerra terminò nel 1225 con il seguente accordo: Gonzaga ai Mantovani, Bondeno ai Reggiani e giurisdizione comune su Pegognaga. Fu la terra di origine della famiglia CORRADI ( o Corradi da Gonzaga), dalla quale derivò la celebre famiglia dei GONZAGA, signori di Mantova dal 1328 al 1707. 

La Torre dell' Orologio è tutto quello che rimane della vecchia città murata. Risalente al XV secolo, spicca nel contesto del centro storico per la sua mole. Era una delle porte di accesso alla città e probabilmente era dotata di ponte levatoio, come si può capire dalle due fessure laterali alla facciata che contenevano le travi deputate a sollevare il ponte. Al di sotto del quadrante dell'orologio spicca lo stemma dei Gonzaga. Dotata di passaggio pedonale, la Torre racchiude all'interno un interessante affresco rinascimentale. 

La Torre delle Prigioni è l'unica traccia rimasta dell’antico castello e il porticato è stato rifatto nel 1932.

 
La chiesa parrocchiale di San Benedetto abate a buon diritto può essere definita matildica, giacché fu la stessa “Gran Contessa “ nel 1101 ad assoggettarla al vicino Monastero abbaziale di San Benedetto In Polirone, che ne fece un suo priorato. La struttura romanica è quasi totalmente celata da sovrastrutture di epoca posteriore, ma l’ impianto originario è perfettamente leggibile e ci testimonia di una ampia e straordinaria chiesa a tre navate con transetto, secondo uno schema tipicamente polironiano/ cluniacense. Si possono osservare nella zona absidale alcune tracce romaniche. L’arredo liturgico interno è di epoche notevolmente posteriori e non manca di qualche pregio artistico. Ricco è il corredo figurativo tra cui una natività attribuita a Gianfranco Tura, mentre della scuola di Giulio Romano è la pala del coro. A Lorenzo Costa il Giovane, circa del 1560, è riferita, nella terza arcata di destra, la pala della Madonna col Bambino, San Giovanni Battista e una Santa Martire. Nell’altare di fondo della navata sinistra è collocato un Crocifisso di legno policromo del tardo ‘400. L’immagine della Madonna della Ghiara (giustificata dall’appartenenza di Gonzaga alla diocesi di Reggio Emilia sino al 1820) è al centro del paliotto in scagliola (sec. XVII) nell’altare della Madonna del Rosario, nel transetto destro. 

MEMO - Museo Montessori - INFORMAZIONI QUI

VILLA MARAINI Il complesso è costituito, oltre che dalla villa vera e propria, da alcuni corpi di fabbrica con funzioni di servizio, di cui uno con cornicione a dentelli cinquecenteschi, e da un ingresso scenografico. L’organismo principale costruito nel 1476, come risulta da una lapide murata verso il giardino.

Nei pressi di PALIDANO si trovano alcune aree naturali:

  • i LAGHI PASCOLETTO, raggiungibili da Gonzaga tramite un percorso ciclabile (detto Ciclabile del Pascoletto) che in parte costeggia il canale di bonifica, in un paesaggio di interesse naturalistico. INFORMAZIONI QUI
  • Laghi Margonara INFORMAZIONI QUI
  • Loghino Po vecchio
  • Bosco di VILLA STROZZI. La villa fu costruita in località Palidano dalla famiglia Strozzi, originaria di Firenze tra 1630 e 1700. Fu ristrutturata e sopraelevata dopo la metà del XVII secolo, grazie principalmente al marchese Luigi che, attraverso acquisti, permute e affrancazioni ne accrebbe notevolmente il patrimonio. ALTRE INFORMAZIONI QUI

A inizio settembre si svolge la "Fiera Millenaria di Gonzaga", nei pressi de CONVENTO DI S. MARIA, dove ha sede un importante polo fieristico che si estende su un'area di 120.000 mq e ospita numerose manifestazioni, esposizioni e fiere. MAGGIORI informazioni sulla Fiera Millenaria di Gonzaga.

ALTRI EVENTI

  • Mercatino dell'antiquariato (giorni festivi e quarte domeniche dei mesi con cinque settimane) che si svolge nelle vie e piazze del centro storico di Gonzaga. Vi sono anche due edizioni straordinarie che si svolgono nel quartiere fieristico di Fiera Millenaria. È ritenuto uno dei mercatini dell'antiquariato più importanti d'Italia per qualità e numero di espositori.
  • Festival di fotografia Diecixdieci (fine settembre): festival di fotografia contemporanea; le mostre e le letture portfolio si tengono in varie sedi del centro cittadino
  • Festa della polenta (ottobre): la manifestazione si tiene in Piazza Matteotti

Ogni mercoledì mattina si svolge il mercato cittadino in piazza Matteotti.

Eventi nelle frazioni

  • Féra dla Pèpa dal Magnan (Palidano, ultima settimana di agosto)

Gonzaga è servita dalla linea ferroviaria Mantova-Modena con la stazione di GONZAGA/REGGIOLO.


QUARTA SOSTA: REGGIOLO


Reggiolo è un comune italiano della provincia di Reggio Emilia che si trova in pianura Padana, al confine con l'Oltrepò mantovano. Estese tra il comune di Reggiolo e di Novellara vi sono Le Valli di Novellara e Reggiolo, dette Valli: già paludi nei secoli andati, oggi bonificate e rese Area di Riequilibrio Ecologico, rappresentano delle casse d'espansione del Cavo Fiuma e un tempo erano utilizzate per la coltivazione estensiva della canapa. Il toponimo «Razolo» potrebbe derivare dal luogo emerso da piaghe paludose, ricoperte di «razze», ossia macchie spinose. Secondo un'altra ipotesi il nome poteva essere legato alle origini del borgo, incentivate dal comune di Reggio, che ne incrementò la popolazione e lo dotò di una rocca e altre torri di difesa. In un atto d’acquisto del 14 maggio 1044 da parte di Beatrice, madre di Matilde di Canossa, per la prima volta si parla della corte Razolo. Di recente si è supposto che Razolo abbia possibile derivazione dal latino "radius" (raggio), intendendone la distribuzione a raggera dell'abitato; o anche una forma di trasposizione del dialettale "ràsolo" (piantina di vite nei primi anni), come farebbe pensare in vari documenti il toponimo scritto "raçolo". Zona percorsa da vari corsi d’acqua pescosi e ricca di minuto traffico fluviale, aveva un importante porto-traghetto: il Trifoso. Dai primi documenti si rileva che il Porto, la Corte e le Pescaie erano tre distinte realtà nel territorio circostante, individuate negli ultimi studi. La Corte fu ceduta al monastero di Frassinoro nel 1071, mentre le Pescaie vennero nel 1099 donate al monastero di Brescello. Del Porto si persero invece le tracce, anche se è probabile che fosse in seguito denominato "Vadum Azari", ossia transito fluviale di pertinenza della famiglia dei Da Palude. A Reggiolo non si poteva giungere se non per via d'acqua, anche se nel 1142 fu tracciata una strada (detta "vecia" un secolo dopo) diretta dalla città di Reggio fino al paese. Era necessario superare con ponte o traghetto il corso della Parmesana a sud di Razolo. Da secoli possesso dell'Episcopato di Reggio, la zona comprendente l'ampio territorio dall'isola di Suzzara fino a Quistello, venne via via terreno di conquista da parte dei confinanti Mantovani e i Reggiani contrattarono con Mantova una gestione comune nella Regona (Pegognaga, Gonzaga, Bondeno di Roncore e Bondeno d'Arduino) nel dicembre 1184.  I trattato rimasse in vigore per 20 anni. Alla scadenza però ripresero le ostilità e si dovette giungere ad una tregua. Fu scavato il Cavo della Tagliata da Guastalla alla Molea e si organizzarono le prime essenziali opere di bonifica. Venne fortificato il castello per timore delle minacce dei mantovani che, però, nel 1223 distrussero Reggiolo. La Tregua del 1225 resistette fino al 1257 e, nel 1242, si eresse la torre nuova più a nord di quella atterrata nel 1223: il Mastio attuale della Rocca (alto allora 16 m). Alcuni anni dopo si circondò la torre-mastio di una cortina muraria, più bassa dell'attuale (8 m). Altre 4 torri furono costruite nei pressi, più a sud. I Sessi di Rolo con i loro sostenitori di Reggio, entrarono tuttavia in Reggiolo per forza d’arme nel 1265, per poi venderlo per 3.000 lire reggiane ai cremonesi. Tre anni dopo questi ultimi dovettero rendere l’incauto acquisto, recuperando comunque i soldi spesi. Successivamente la rocca di Reggiolo venne rafforzata nel mastio centrale, portata all'altezza attuale (m. 34). Nel 1304 Azzo VIII d'Este, podestà temporaneo di Reggio, cedette il paese a due cittadini reggiani, ma solo due anni dopo subentrarono i Bonacolsi, signori di Mantova, spalleggiati dai veronesi loro alleati. Malgrado le rimostranze di Reggio, che ricorse persino all'Imperatore Enrico VII che era sceso in Italia, Reggiolo resterà dei Gonzaga fino al 1630. Apparterrà fino al 1746-48 al piccolo Ducato di Guastalla, per essere poi integrato nel Ducato di Parma e Piacenza, a seguito del Trattato di Aquisgrana, e restarvi fino al 1802, quando Napoleone Bonaparte cedette il ducato Guastallese con Reggiolo e Luzzara al comune di Reggio Emilia. Nel 1815, dopo la Restaurazione, Reggiolo ritornò ancora sotto a Parma, per essere poi annesso al Ducato Estense nel 1848. Durante il periodo parmense, nel 1827 Reggiolo ebbe in titolarità la sua Rocca, cedutagli dalla vedova di Napoleone, Maria Luigia d'Austria. Con il processo dell’Unità d’Italia, Reggiolo passò nel 1859 con plebiscito al Regno di Sardegna e quindi definitivamente sotto la provincia di Reggio Emilia. 


Rocca medievale: il castello eretto nel XIII secolo e rafforzato nel XIV, conserva all'esterno l'aspetto originale, con le mura, le quattro torri angolari ed il mastio muniti di merli. Il grande torrione centrale con funzioni di mastio, al cui restauro contribuì anche l'architetto fiorentino Luca Fancelli nel 1470, conserva una scaletta del 1405 utilizzata per introdurvi le artiglierie. L'interno è adibito a uffici.


La piccola chiesa di San Venerio, che rimane fuori dalle mura, è purtroppo in pessime condizioni e lontana dall'essere agibile. Un vero peccato.


APPUNTAMENTI

Fiera di luglio - sagra di san Venerio: la tradizionale fiera di luglio si svolge la prima domenica di luglio. La fiera prevede manifestazioni, eventi, esposizioni di vario genere. Con la fiera di luglio si apre la sagra di san Venerio, il santo protettore di Reggiolo. Durante la sagra si svolge la traslazione dell'immagine del santo dall'oratorio di San Venerio alla chiesa parrocchiale e quindi l'immagine del santo viene portata in processione solenne. 

Festa della Zucca: l'ultima settimana di settembre si svolge la tradizionale fiera della Zucca che propone all'interno di essa la cucina della zucca con il piatto tipico di tradizione sia della bassa mantovana che di quella reggiana: i tortelli di zucca. La Fiera della Zucca è accompagnata da canti e varie rappresentazioni folcloristiche locali. 

Hard Rock Beer: la festa della birra di Reggiolo è nata con l'intento di mobilitare le forze del volontariato reggiolese in nuove stimolanti iniziative, di programmare spettacoli musicali per i giovani e di raccogliere fondi da devolvere in beneficenza. È divenuta, progressivamente, una delle principali kermesse musicali estive di un ampio territorio che comprende le province di Reggio Emilia, Modena, Verona, Mantova, Cremona, Parma, Modena, Ferrara, Piacenza.

Ruttosound: dal 1997 Stefano Morselli, organizza la gara di rutti più nota al mondo. Non c'è una federazione ufficiale della disciplina e pertanto hanno evitato di chiamarlo campionato italiano. Però è l'unica gara che si svolge su suolo pubblico, ben diversa da quelle semiclandestine di bar e locali. Nel 2009 la gara ha avuto 25.000 spettatori. 

DA SEGNALARE : il "Museo tra le mura", un nuovo progetto del Comune di Reggiolo che ha come nucleo fondante il Museo Pinacoteca "Antonio Ruggero Giorgi" istituito nel 1975 dal Comune di Reggiolo grazie ad un lascito testamentario dell’Autore a favore del suo paese natale. Censita dall’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia-Romagna, la collezione è costituita da 35 dipinti a olio e da 30 lavori di grafica (puntasecca, matita, china). A causa degli eventi sismici del maggio 2012 il museo non è più aperto al pubblico. L’idea dell'evoluzione di questo museo si è concretizzata nella ricostruzione post-sisma che è stata colta come un’occasione di riqualificazione urbana. Lo storico Palazzo Sartoretti è il fulcro del progetto con il riallestimento al piano terra del Museo Pinacoteca “Antonio Ruggero Giorgi” e, al primo piano, l’allestimento delle sale che accoglieranno le collezioni d’arte comunali. L’antistante Piazza Martiri sarà, invece, il connettore di percorsi artistici esterni che condurranno, dal parco di Palazzo Sartoretti, alle Pradelle, alla Rocca medievale, al Teatro Rinaldi e all’Auditorium Fellini. L’obiettivo del progetto è quello di creare un museo diffuso fuori dagli spazi canonici per avvicinarsi alla cittadinanza, includendo nuove categorie di pubblico, in particolare i giovani, per costruire nel futuro prossimo una comunità consapevole della propria identità culturale. MAGGIORI INFORMAZIONI QUI

NELLE VICINANZE, a circa due chilometri da Reggiolo, per gli interessati alle oasi naturalistiche e alle passeggiate nel verde, l'OASI CELESTINA, con i suoi uccelli. Nel CENTRO VISITE è allestita una mostra fotografica. Aperta al pubblico il sabato e la domenica. INFO OASI CELESTINA QUI


IDEE IN BICICLETTA NELLA ZONA 
QUI



Chi è Contardo? La risposta QUI
Blog ideato, scritto e curato da Monica Monici (visita il sito www.monicamonici.it).
Per segnalazioni, collaborazioni o messaggi scrivere a info@monicamonici.it

Commenti