SE CONTARDO, DOPO LA PARTENZA DA FERRARA, INVECE DI
PASSARE PER VIGARANO PIEVE, BONDENO E OSPITALE,
FOSSE ANDATO VERSO FINALE DELL'EMILIA?
RIPERCORRI I PASSI DI CONTARDO: siamo alla PRIMA TAPPA del pellegrinaggio.
QUALI BORGHI AVREBBE INCONTRATO?
QUALI LUOGHI AVREBBE ATTRAVERSATO?
QUALI STRUTTURE RELIGIOSE E MILITARI AVREBBE VISTO?
VIGARANO MAINARDA
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| Contardo in viaggio, Milano, 2023, [g.AI] |
CASUMARO
La leggenda vuole che Matilde di Canossa vi abbia perso un figlio, annegato nelle vicinanze di Casumaro, dando quindi al paese il nome di 'caso amaro'. Più probabilmente il toponimo deriva da 'casimari', ovvero piccole capanne dove vivevano i contadini della palude. Il territorio è menzionato nell'VIII secolo come facente parte della 'Corte di Trecentola', che comprendeva anche Finale Emilia e Santa Bianca; era presente una fortezza, situata al confine tra il Regno longobardo e l'Esarcato di Ravenna (Impero bizantino), distrutta nel 1213. Nell'anno 749 la corte fu divisa: la zona settentrionale al re longobardo Astolfo e la parte meridionale al fratello Anselmo, divenuto abate dell'abazia di Nonantola. Al tempo di Contardo era presente un oratorio, dedicato a San Lorenzo, su cui nel XV secolo è stata costruita la chiesa, per volontà del vescovo di Modena.
Da segnalare la SAGRA DELLA LUMACA: pare che la ricetta delle 'lumache alla casumarese' risalga al 1611, nota come 'ricetta della Nuccia', dal nome della proprietaria di un'osteria che si trovava tra lo Stato Pontificio e il Ducato di Modena.
FINALE EMILIA
Le prime fonti storiche fanno risalire l'origine del borgo all'anno 1009 e fu fortificato dal padre di Matilde di Canossa, che costruì il torrione del castello. Uno dei principali avamposti del ducato Estense, Finale Emilia è stata tappa obbligata delle comunicazioni fluviali tra Modena, Ferrara e Venezia e disponeva di mulini, opifici, di un porto e di un arsenale.
CASTELLO DELLE ROCCHECostruito nel 1402 per volere del marchese di Ferrara Niccolò III d'Este, era composto da un corpo quadrilatero, protetto da un mastio fatto erigere da Bonifacio di Canossa e con torri sulle quali spiccavano le aquile estensi. Sotto il mastio scorreva il fiume Panaro. Verso la fine del XV secolo il castello divenne la residenza degli Este e tale rimase fino alla fine del XVIII. Nel 1890 dall'intera città fu deviato il fiume e nella metà del XIX secolo il castello è divenuto di proprietà comunale.
Il duomo di Finale Emilia si trova all’interno del borgo sorto nel 1213 per iniziativa del Comune di Modena sulle rive del Canale Naviglio (oggi fiume Panaro), in sostituzione di un precedente aggregato abitativo (Final Vecchio). posto a un chilometro più a occidente. Nel 1224 viene costruita la chiesa, sotto il titolo dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo. Nel 1435 si decide la costruzione di una nuova canonica. Nel 1504 la chiesa minaccia di crollare e nel 1506 si decide di demolire una parte della vecchia chiesa. Nel ventennio successivo l’occupazione delle truppe pontificie blocca i lavori che riprendono solo nel 1539 con l’autorizzazione a concedere la costruzione di cappelle e sepolcri all’interno della chiesa. Nel 1542 viene costruita la Cappella del Rosario.
CHIESA DI SAN GEMINIANO VESCOVO
In una pergamena del 1148 è menziona una 'ecclesia S. Marie de Massa', appartenente alla giurisdizione del monastero di San Pietro di Modena. L’aspetto attuale della Chiesa è caratterizzato da un rigoroso impianto a tre navate. Il campanile presenta pianta quadrata e solida muratura in mattoni a faccia a vista fino in sommità dove quattro bifore illuminano la cella campanaria e la copertura guglia.
TORRE DEI MODENESI
DA MANGIARE
Edificio del 1468, al quale venne aggiunta la parte retrostante nel 1748.
Fu una roccaforte famosa in Europa come leggendariamente inespugnabile, appartenne alla famiglia dei Pico, che regnò su Mirandola per oltre quattro secoli (1311-1711) e che la arricchì in epoca rinascimentale con importanti opere d'arte. Il castello era caratterizzato da un'enorme torre, che scoppiò a causa di un fulmine nel 1714.
CONCORDIA SULLA SECCHIA
Forse la città prese il nome da un accordo, stipulato nel 1360 fra le città di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova e Ferrara, che sanciva la deviazione del fiume Po. In seguito a questo accadimento si diede al paese il nome di Concordia. Un’altra ipotesi vede il toponimo riconducibile alla presenza della Rocca di Concordia, così chiamata a ricordo della “pace e buona concordia con tuti li suoi nemici”, ai tempi dei Pico. Francesco I Pico, nominato feudatario nel 1311 dall'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, ottenne dallo stesso imperatore il permesso di installare sul fiume Secchia i mulini natanti. Concordia fece parte della signoria dei Pico per ben 400 anni, fino al 1711. I soldati di papa Giulio II, prima della conquista di Mirandola, distrussero Concordia nel 1510. Ci vollero dieci anni per ricostruire il paese e una nuova chiesa, ancora alla Molinella. Con diploma imperiale, Concordia nel 1597 venne elevata a marchesato e Mirandola città e principato. Mirandola venne elevata al rango di ducato nel 1617.La costruzione della prima chiesa è avvenuta nel 1396 in località Molinella. L'intensa l'attività dei mulini natanti nel Secchia sostenne per secoli l'economia del paese. Una testimonianza curiosa di questo periodo è il bosco medievale di Concordia: i reperti, 82 grossi ceppi e 64 tronchi lunghi fino a 9 metri, sono venuti alla luce presso l'oasi naturalistica Val di Sole di Fossa.
I frati agostiniani di Concordia fecero costruire un convento nel 1420 nei pressi del bastione di Santa Caterina. In quella stessa zona venne costruito un ospitale per i pellegrini e gli infermi. Il convento ospitò, tra gli altri, il monaco agostiniano MARTIN LUTERO, durante il suo viaggio verso Roma nel 1511. Venne riedificato, dove si trova attualmente, nel 1520.
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RACCONTATA NEL LIBRO
ALL'ALTEZZA DI REGGIOLO.
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