FACCIAMO IL GIOCO DEI SE... POGGIO RUSCO

FACCIAMO IL GIOCO DEI SE...

SE CONTARDO, DOPO OSPITALE DI BONDENO, 

INVECE DI DIRIGERSI VERSO LA STELLATA

FOSSE ANDATO VERSO POGGIO RUSCO?


RIPERCORRI I PASSI DI CONTARDO: 

siamo alla TERZA TAPPA  del pellegrinaggio.


QUALI BORGHI AVREBBE INCONTRATO? 

QUALI LUOGHI AVREBBE ATTRAVERSATO?

 QUALI STRUTTURE RELIGIOSE E MILITARI AVREBBE VISTO?


SAN MARTINO SPINO

Il toponimo Spinum appare per la prima volta in documento del 753. Nell'anno 824 Carlo Magno, re dei Franchi, donò la cittadina di San Martino alla chiesa. Il marchese Bonifacio di Canossa donò le terre di San Martino alla chiesa di Modena nel 1038, ma già nel 1198 gli abitanti di San Martino Spino preferirono rivolgersi alla diocesi di Reggio Emilia per ottenere l'esenzione dalle tasse. Nel 1221 il castrum di San Martino Spino fu sottomesso al comune di Reggio Emilia. In seguito il castello venne distrutto, ma nel 1346 Obizzo III d'Este, signore di Ferrara, promise di ricostruirlo. Il 28 giugno 1353 Paolo Pico prese possesso delle terre, del villaggio e del castello su investitura di Bartolomeo d'Asti, vescovo di Reggio Emilia. Nel 1738 Paolo Antonio Menafoglio ottenne dal sovrano la tenuta di Portovecchio e nel 1750 il titolo di marchese di San Martino. Negli anni seguenti, la Congregazione mirandolese di acque e strade chiese più volte alla famiglia Menafoglio di provvedere alla manutenzione di canali e vie di comunicazione, ma inutilmente; peraltro il Supremo Consiglio di Giustizia dei Domini Estensi diede ragione ad Antonio Menafoglio con sentenza del 18 maggio 1776, riconoscendogli l'esenzione privilegiata giustificata dalla natura di bene patrimoniale personale del sovrano concesso al padre nel 1738. A seguito di ciò, il feudatario decise di recintare e coltivare i campi, impedendo così l'uso del pascolo finora concesso ai cittadini, i quali si ribellarono in violenti tumulti.

CHIESA DI SAN MARTINO VESCOVO

La chiesa di San Martino Spino sorge su una piccola altura su cui i monaci benedettini dell' abazia di Nonantola edificarono nel IX secolo una piccola cappella dedicata alla Madonna Nascente. Il primo documento che attesta l'esistenza della chiesa risale al 980. Nel 1574 fu consacrata dal una nuova chiesa forse sul luogo della preesistente, ma non vi sono notizie certe in merito. Questo edificio fu poi riedificato nel 1632-1636, durante il regno del duca Alessandro I Pico della Mirandola. La chiesa venne consacrata nel 1674; nel 1677 venne realizzato il campanile, alto 32 metri. L'attuale edificio è frutto della ricostruzione del 1783 e di un ulteriore intervento risalente al 1939-1940.

PALAZZO DI PORTOVECCHIO

Un'antica tenuta dei Pico, successivamente acquisito dalla famiglia nobile dei Menafoglio, in cui venivano allevate pregevoli razze equine.

SE CONTARDO, DOPO SANTA CROCE DEL LAGURANO

INVECE DI DIRIGERSI A SANT'ANDREA DEL GHISIONE, 

FOSSE ANDATO VERSO POGGIO RUSCO?


RIPERCORRI I PASSI DI CONTARDO: 

siamo alla OTTAVA TAPPA del pellegrinaggio.


POGGIO RUSCO

Comune dell’Oltrepò mantovano. Si hanno notizie dell'abitato dal 997, momento in cui compare in una donazione da parte di Ottone III al vescovo di Mantova. La concessione viene confermata con donazione al vescovo di Mantova Ubaldo dalla contessa Matilde di Canossa nel 1082. Nel 1332 viene ceduto ai Gonzaga e dal XV secolo ai rami cadetti.

INFORMAZIONI E DETTAGLI SU POGGIO RUSCO QUI


SAN GIACOMO DELLE SEGNATE


La corte della Signada passò dal comitatus di Reggio e dal feudo canosdiano di Bondeno di Roncore sotto la giurisdizione dell'abbazia di San Benedetto in Polirone verso la metà del XIII secolo. Nel 1494 Lucrezia Pico della Mirandola si stabilì nella corte delle Segnate insieme al marito. Fino al 1707 le Segnate furono poi dominio dei Gonzaga.


BONDANELLO


Le origini di Bondanello sono antiche: era già esistente nel 1193, quando l'imperatore Enrico IV, nel confermare le donazioni canossiane al monastero di San Benedetto cita i rincos de Bondignolo con preciso riferimento ad un insediamento umano.


MOGLIA

Moglia si trova nell'Oltrepò mantovano. Compare per la prima volta in due documenti del 20 febbraio 1337: sono concessioni di appezzamenti di terreno concesse in feudo onorifico da Luigi Gonzaga. Il suo nome è la versione moderna della forma medioevale Molea, che secondo Giovanni Tassoni deriva dal tardo latino molleus, ossia melmoso, per cui stava ad indicare una zona dove ristagnava l'acqua. Le carte dei Gonzaga ritornano a menzionare Moglia negli anni 1364, 1370 e 1392, allorquando gli abati di San Benedetto, investendo i Signori di Mantova delle terre della Regona o Regula Padi, citano tra le altre località il villaggio di Moglia con il suo territorio.

CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Costruita alla fine del XVI secolo, la chiesa è a navata unica ed è stata consacrata nel 1609. Solo nel XVIII secolo la chiesa assume la sua struttura attuale a tre navate. 

ECOMUSEO DELLE BONIFICHE
Dotato di 14 km di piste ciclopedonali che si sviluppano sugli argini dei canali di bonifica e del fiume Secchia;  di quattro aree di sosta e di orientamento; di pannelli didattici che illustrano gli aspetti naturalistici, di paesaggistici, storici, idraulici, architettonici del territorio mogliese; di un centro di documentazione nella sede di Piazza Libertà per conservare la storia delle bonifiche e del territorio mogliese; di un’area attrezzata per la sosta di camper nel piazzale del Centro sportivo Comunale.

IDROVORA DELLE MONDINE
L’impianto idrovoro delle Mondine venne ultimato nel 1926 nell’ambito della Bonificazione Parmigiana-Moglia. L’impianto è costituito da un edificio principale in cui sono installate 5 pompe centrifughe azionate da un motore elettrico, da un bacino di scarico (o mandracchio) e da una chiavica emissaria attraverso cui le acque del bacino di scarico vengono riversate nel Secchia garantendo nel contempo che le acque del fiume in piena non allaghino le campagne. L’architettura degli edifici ha un’evidente impostazione classica.

MUSEO DEL SALAME CASALINO
Da decenni, la famiglia Mezza di Corte Valle San Martino raccoglie e conserva centinaia di oggetti e strumenti legati alla vita di un tempo nelle campagne della Bassa mantovana. 

VILLA GALVAGNINA
Grande casa signorile rinascimentale internamente decorata da affreschi del Giulio Romano o, più probabilmente, da allievi dell’illustre maestro.


CON QUESTO TRAGITTO CONTARDO 

SAREBBE TORNATO SULLA VIA 

RACCONTATA NEL LIBRO

 ALL'ALTEZZA DI REGGIOLO.


RIPERCORRI I PASSI DI CONTARDO: siamo

alla DICIASSETTESIMA TAPPA del pellegrinaggio.


Chi è Contardo? La risposta QUI
Blog ideato, scritto e curato da Monica Monici (visita il sito www.monicamonici.it).
Per segnalazioni, collaborazioni o messaggi scrivere a info@monicamonici.it

Commenti