SE... FANTASY: IL PERCORSO TRA FERRARA E MILANO

SE CONTARDO AVESSE DECISO DI RECARSI A MILANO, CHE STRADA AVREBBE PERCORSO?

PROBABILMENTE LA PRIMA PARTE DEL SUO VIAGGIO SAREBBE STATA LA MEDESIMA RACCONTATA NEL LIBRO. RIPERCORRI I PASSI DI CONTARDO: SIAMO ALLA DODICESIMA TAPPA, OPPURE ALLA  TREDICESIMA TAPPA DEL PELLEGRINAGGIO.


Da Quistello, oppure da San Benedetto Po, Contardo avrebbe dovuto incamminarsi verso Cremona, incontrando probabilmente alcuni borghi e nuclei abitativi. Qui di seguito, brevemente, un'ipotesi di tragitto.


BORGOFORTE
Fondato come "Rocca" nel 1216 come sbarramento difensivo delle scorrerie armate dei ferraresi-reggiani e modenesi, nel 1254 prese il nome definitivo di Borgoforte. Nello stesso anno venne costruito il primo ponte sul fiume, che pose il borgo al centro di accese dispute territoriali con conseguenti battaglie sia navali che terrestri. Subì il primo assedio nel 1348, nel 1368 il ponte fu incendiato dall'esercito visconteo. Nel 1384 si provvide ad ampliare ed a rinforzare la "Rocca" che venne cinta di mura e fosse profonde diventando così una delle più importanti della zona. Nel 1392, per proteggere il ponte, furono realizzate due rocchette ai due capi della struttura e vennero costruiti alcuni bastioni poggianti su pali conficcati nel letto del fiume. La costruzione era poi provvista di tre ponti levatoi ed era difesa da una catena tesa lungo il Po che misurava quasi 690 metri. Nel 1397 il ponte, che nel frattempo era stato ricostruito e fortificato, fu assediato e distrutto dall'esercito visconteo.

CAMPITELLO
La “plebs de Campedello" è compresa nell’elenco delle pievi di giurisdizione della diocesi di Mantova del 1045, appartenenza confermata nel 1055. E' verosimile che i confini del distretto battesimale della pieve fossero gli stessi dell'omonima "curtis", i cui limiti sono definiti in un documento del 1174. Nel secolo XIII la chiesa di Campitello, retta da un arciprete, era officiata da un piccolo collegio canonicale


RIVAROLO
Il Borgo fa ufficialmente la sua comparsa a partire dalla fine del XII secolo. Quattro Privilegi papali, rilasciati ai vescovi di Cremona tra il 1124 e il 1187, citano, tra quelle sottoposte alla giurisdizione della Diocesi, l’ecclesia 'de castro Ripariolo'. A partire dalla metà del Quattrocento troviamo una variazione della locuzione toponomastica: nell’accordo siglato a Milano il 27 settembre 1445, tra il Filippo Maria Visconti e Ludovico Gonzaga ed ancora nel Diploma di investitura imperiale dell’aprile 1478, rilasciato allo stesso marchese di Mantova, il Borgo è denominato Castrum Riparoli cum Rocca. Il castello è documentato sin dall'anno 900, periodo nel quale la popolazione si rifugiava al suo interno per difendersi dalle scorrerie degli Ungheri. Fu edificato a pianta quadrata, circondato da mura con al centro una torre e difeso da fossato. Nel 1029 venne dato in dono dall'imperatore Corrado II ai Rossi, conti di San Secondo. Nel 1235 il castello venne parzialmente distrutto e raso al suolo e quindi ricostruito. Divenuto la residenza di Luigi 'Rodomonte' Gonzaga, padre di Vespasiano I Gonzaga Colonna, ha ospitato personaggi illustri, tra cui Anna Trastamara d'Aragona, seconda moglie di Vespasiano, che qui si è spenta nell'agosto del 1567. Tra il 1570 e il 1580 fu smantellato.

S. GIOVANNI IN CROCE
Le prime documentazioni risalgono al 1022, con un documento con il quale il marchese Bonifacio di Toscana si dice debitore verso il vescovo di Cremona di alcune terre di Palvareto, il nucleo più antico di San Giovanni, che si trovava intorno alla vecchia chiesa parrocchiale. Il termine "Palvareto" sembra abbia etimologia connessa a "palus", ossia "palude", e "vetus", ossia "vecchio". Qui esisteva un castello, rinforzato nel 1341-45 e poi distrutto nel 1406. Un più grande castello fu completato nel 1407.

CREMONA
La Chiesa cremonese prosperò sotto gli imperatori Carolingi. Figura emergente dell’Alto Medioevo è Liutprando, vescovo di Cremona tra il 960 e il 970, si deve a lui l’aver portato a Cremona le spoglie di sant’Imerio, già vescovo di Amelia, che fu a lungo venerato come patrono principale della città, prima che si affermasse il culto di sant’Omobono. Il X secolo vide rafforzarsi sensibilmente il potere temporale dei vescovi sulla città. Negli anni che segnavano la fase cruciale della “riforma gregoriana”, tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo, Cremona rimase a lungo senza un vescovo (per le tensioni ancora irrisolte tra sede romana ed impero) e proprio in questo periodo si colloca la fondazione della nuova cattedrale, nel 1107, come segno di una ritrovata concordia tra i due schieramenti contrapposti (quello filo papale, dei milites o aristocratici, e quello fedele al papa, del populus cioè delle emergenti classi mercantili) che si riconoscevano entrambi nelle nuove istituzioni comunali che andavano rapidamente affermandosi. Figura di riferimento di questo periodo è quella di Sicardo, vescovo di Cremona dal 1185 al 1215. Al suo fianco si schierò un uomo di nome Omobono, un laico dedito al commercio dei tessuti. Alla sua morte, avvenuta nel 1197, Sicardo si recò da Innocenzo III per chiederne la canonizzazione, che venne concessa il 12 gennaio 1199. Traslato il suo corpo in Cattedrale, nel 1614, fu, dopo pochi anni, eletto patrono principale della città e della diocesi, fatto oggetto, nel corso dei secoli, e ancor oggi, di grande venerazione da parte dei suoi concittadini. Nel 1298 il vescovo Rainerio tenne il primo Sinodo diocesano di cui si abbia memoria. La configurazione della diocesi, ormai ben consolidata, è documentata in modo completo da un elenco, redatto nel 1385 (per la riscossione dei censi e delle decime dovute al vescovo) che ci presenta il territorio diocesano diviso in 30 pievi; oltre ad esse è attestata, nel XIV secolo, la presenza in città di circa 40 tra monasteri e conventi (23 maschili e 16 femminili) e oltre 20 in diocesi (13 maschili e 8 femminili).

ACQUANEGRA
Durante i secoli centrali del Medioevo si venne a trovare nella zona di influenza di diverse stirpi capitanali, come i conti di Mosio, i da Persico, i da Bovara, e venne da esse coinvolto nelle loro complicate strategie di affermazione locale. Acquanegra era dall'XI secolo sede di una grande abbazia benedettina, ovvero S.Tommaso, le cui estese proprietà coagulavano la maggior parte dei coltivatori e dei fittavoli locali e la cui presenza influenzò spesso pesantemente l'evoluzione della comunità rurale. Si trovava d'altro canto in una posizione idrografica peculiare, presso il confine di due grandi fiumi, l'Oglio e il Chiese, richiedendo la gestione e il controllo delle acque dei due maggiori corsi d'acqua e del fitto reticolo dei fossi.
La chiesa di S.Tommaso è una costruzione monastica romanica. La chiesa presenta un interno e un esterno particolarmente modificati rispetto alla facies dell'epoca di costruzione. I muri esterni delineavano un edificio a mattoni con spesse giunture. La muratura, non sempre ben leggibile, presentava interventi di opus spicatum. Probabilmente le absidi erano tre. Alcuni elementi esterni sono stati confrontati con le chiese di S. Fiorentino a Nuvolato (informazioni QUI, di S. Lorenzo a Pegognaga (informazioni QUI , di S. Benedetto a Gonzaga (informazioni QUI); pertanto l'edificio romanico di Acquanegra potrebbe essere vicino a quella serie di luoghi di culto romanici mantovani, nati tra la fine dell'XI e l'inizio XII secolo. Le figure rappresentate nella navata sono quarantaquattro. Si è inoltre notato che la loro collocazione in serie segue la sequenza dei testi biblici. Allo stato attuale degli studi si può, pertanto, legittimamente ipotizzare che le figure rappresentino, in ordine, i testi dell'Antico Testamento. Il primo ciclo è caratterizzato da una tecnica esecutiva a secco, rapida, stesa direttamente sulla parete, senza segni guida. L'altro ciclo della navata della chiesa, e della controfacciata, è leggermente posteriore.

PIZZIGHETTONE
Eretto nell'XI secolo, il castello di Pizzighettone fu completamente rifatto nel 1333. Fu conquistato dai Visconti. Nella torre del castello venne rinchiuso il 24 febbraio 1525il re di Francia Francesco I. Dell'antico castello si conservano l'imponente Torre del Guado e la mozza Torre del Governatore. Nel 1181 una sentenza dei Consoli del comune di Cremona fu rogata nella chiesa di San Pietro in Pirolo. Nel 1203 nel medesimo luogo fu stipulato un compromesso tra il vescovo di Lodi Arderico e il preposito della canonica di Sant’Agata di Cremona. La chiesa di San Pietro in Pirolo fu tra le istituzioni ecclesiastiche lodigiane tassate dal papato nella “talia” del 1261, dove figurava compresa nella pieve di Maleo. Il 5 novembre 1461 la chiesa di San Pietro passò sotto la giurisdizione dell’Ospedale Maggiore di Lodi, che dal 1466 nominò i curati secolari e mantenne il giuspatronato sino al 31 marzo 1905. Tra il 1720 e il 1750 la chiesa parrocchiale fu riedificata; nel 1755 fu concesso al parroco il titolo di arciprete. Il 14 maggio 1956 il vescovo di Lodi Tarcisio Benedetti concesse il titolo di Santuario Mariano alla chiesa di San Pietro.

CASTIGLIONE D'ADDA
In epoca romana da Castiglione d'Adda passava la diramazione secondaria della via che collegava Mediolanum con Placentia, che si staccava da Laus Pompeia e raggiungeva Cremona. dapprima possesso del vescovo di Lodi, nel 1389 passa nelle mani di svariate famiglie. Nel 1863 Castiglione assunse il nome ufficiale di Castiglione d'Adda, per distinguersi da altre località omonime. Il nome antico deriva da "castrum legionis" (accampamento), o "castrum Stiliconis" (da Stilicone, generale).

LODI
La storia di Lodi trae le sue origini dalle vicende legate all'antico borgo di Laus Pompeia, così chiamato a partire dall'89 a.C. in onore del console romano Gneo Pompeo Strabone. A Laus nel 303 furono martirizzati Vittore il Moro, Narbore e Felice. L'istituzione della diocesi avvenne solo con San Bassiano fra il 373 e il 374. Un documento riporta che nel novembre 387 Bassiano invitò il vescovo Felice di Como e il vescovo di Milano Ambrogio alla cerimonia di consacrazione della basilica dei XII apostoli, una delle chiese più antiche della regione, situata a Laus Pompeia. Nel 774 iniziò la lunga dominazione dei Franchi. Il 24 novembre 975, con un diploma imperiale il vescovo Andrea divenne quindi il primo vescovo-conte di Laus.La tensione fra Milano e Lodi sfociò nel 1107 in un aspro conflitto armato, nel corso del quale le milizie ambrosiane distrussero Laus per due volte. La città fu rifondata da Federico Barbarossa il 3 agosto 1158, giorno ricordato quale data di nascita della nuova Lodi. Il comune rimase indipendente sino al 1335, quando cadde sotto il dominio dei Visconti.
Il tempio dedicato a Ercole sorgeva fuori città, dove a Lodi Nuova si trova la chiesa di Santa Maria Maddalena che fu completata nella prima metà del Settecento, incorporando sul lato destro una preesistente costruzione romanica risalente al 1162.

MELEGNANO
Nel 333 si attesta con certezza la presenza di un insediamento di dimensioni ragguardevoli. Nel 590 si combatté la battaglia di Melegnano, scontro tra i Franchi e i Longobardi. Nel X secolo venne costituita una pieve. Melegnano fu ceduta dai lodigiani ai milanesi, poi si trovò al centro di nuove lotte tra i Torriani e i Visconti. Il castello spettò a Bernabò Visconti che ne fece la propria residenza e passò in seguito a suo nipote. Dopo la morte di quest'ultimo, Melegnano divenne centro di lunghe contese tra il successore del duca e il signore di Lodi. Nel 1412 il castello tornò ai Visconti. Il secolo di maggior splendore e fama per la città di Melegnano fu indubbiamente il Cinquecento.
CHIESA DI SAN GIOVANNI
La chiesa di San Giovanni è di antica origine: secondo la tradizione cattolica, si tratterebbe di una delle cento chiese costruite da San Giulio d'Orta, intorno all'anno 390. Anticamente la chiesa era intitolata ai Santi Cosma e Damiano, nell'VIII secolo venne ampliata e dedicata a Giovanni battista. Nel 1451 iniziarono i lavori di ricostruzione che si conclusero nei primi anni del Cinquecento
CHIESA DEL CARMINE
Sul luogo oggi occupato dalla chiesa del Carmine sorgeva anticamente una piccola cappella denominata San Bartolomeo fuori le Mura o San Bartolomeo in Corte, alla quale era annesso un ospizio per i pellegrini. Nel 1393 l'ospizio fu affidato ai frati Carmelitani. Dopo la soppressione del convento, la chiesa andò incontro a un grave degrado e fu restaurata nel 1868 e nel 1928.


S. DONATO
Nel 333 d.C. esisteva già la strada consolare che prolungava la via Aemilia, unendo Milano a Lodi, con un tragitto di 16 miglia (24 km): la Mediolanum-Laus Pompeia. Non di rado all’altezza di un miliario, laddove la strada principale si incrociava con un’altra, sorgeva un gruppo di abitazioni, primo nucleo urbano di numerose future città. San Donato non fa eccezione, le sue origini sono legate “ad quintum lapidem”, ovvero alla quinta pietra miliare della via consolare. I militi aretini dell’autoproclamato Re longobardo Grimoaldo, giunto nel sud-milanese insieme al vescovo Donato d’Arezzo, ricevettero come premio per i successi ottenuti vasti territori adiacenti al Lambro. Si iniziarono a erigere anche chiese di modeste dimensioni, perlopiù dedicate ai santi protettori dei guerrieri. La pieve di San Donato, dedicata proprio al Vescovo di Arezzo, è la testimonianza della loro presenza nel basso milanese. Il 13 e il 14 settembre 1515, nell’ampia area che andava da San Donato a Melegnano (Marignano), venne combattuta la Battaglia dei Giganti (o di Marignano), per determinare chi, tra Massimiliano Sforza e Francesco I di Francia, dovesse governare il Ducato di Milano (rivendicato da entrambi i contendenti, rappresentanti di due diverse linee di successione). Al termine del cruento scontro, che vide impiegate numerose unità mercenarie svizzere, ebbero la meglio le truppe francesi e il vincitore, Francesco I, si acquartierò presso la casa dei principi Rasini (l’attuale Cascina Roma), in attesa che il suo esercito ultimasse la conquista di Milano. Nel 1561 i Marchesi D’Adda, fecero costruire a San Donato l’Oratorio e l’orfanotrofio di Santa Croce, affidandone la gestione ai Padri Somaschi di San Martino. Proprio dal nome della confraternita gli orfanelli di Milano saranno poi chiamati i “martinitt”. Sempre in quest’epoca, vennero sistemati e ingranditi corsi d’acqua già esistenti come la roggia Spazzola, il canale Certosa, la Vettabbia e il Redefossi. Attestata per la prima volta nel X secolo la pieve di San Donato Milanese

SEGUENDO QUESTO PERCORSO, CONTARDO SAREBBE PASSATO, NELL'ORDINE, DALL'ABAZIA DI VIBOLDONE E DA QUELLA DI CHIARAVALLE. 

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SE INVECE, UNA VOLTA RAGGIUNTA CREMONA, AVESSE PRESO LA STRADA PER CREMA, SAREBBE PASSATO PER MONLUE'. 

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