SE... FANTASY: LA STRADA PER PAVIA

SE CONTARDO AVESSE DECISO DI RECARSI A PAVIA, CHE STRADA AVREBBE PERCORSO?

PROBABILMENTE LA PRIMA PARTE DEL SUO VIAGGIO SAREBBE STATA LA MEDESIMA RACCONTATA NEL LIBRO. RIPERCORRI I PASSI DI CONTARDO: SIAMO ALLA DODICESIMA TAPPA, OPPURE ALLA  TREDICESIMA TAPPA DEL PELLEGRINAGGIO.


Da Quistello, oppure da San Benedetto Po, Contardo avrebbe dovuto incamminarsi verso Cremona e poi passare per Pizzighettone, come raccontato nella VIA PER MILANO (vedi QUI). Successivamente avrebbe potuto prendere la strada che conduce a Pavia, incontrando borghi e luoghi di culto.

CODOGNO
Il nome Codogno, antica "Cothoneum", deriverebbe da quello di un Console. La prima testimonianza certa dell'esistenza di Codogno risale soltanto al 997, quando il centro abitato viene citato in un diploma dell'Imperatore Ottone III che poi donò il feudo a un conte di nome Reglerio o Ruggero. Nell'XI secolo, comunque, Codogno divenne feudo del vescovo di Lodi, fino al XV secolo. Secondo un'altra ipotesi il toponimo deriverebbe da quello del pomo "cydonio", o melo cotogno, frutto tipico del luogo. Dopo la lunga giurisdizione dei vescovi di Lodi, nel 1441 Filippo Maria Visconti, signore di Milano cedette Codogno alla famiglia Fagnani e successivamente (nel 1450) ai Trivulzio. Con un atto ratificato il 21 aprile 1492, i codognesi divennero cittadini piacentini, e vollero, a dimostrazione della propria gratitudine, la lupa piacentina nel proprio stemma. L'inizio del XVI secolo fu caratterizzato dalle battaglie fra Francia e Spagna per l'occupazione dell'Italia. Nel 1524 la città fu dotata di fortificazioni e negli stessi anni fu eretta la chiesa parrocchiale di San Biagio. Nel 1639 arrivò la peste. Alla morte del principe Antonio Teodoro Trivulzio, non avendo questi lasciato figli maschi, gli abitanti decisero di giurare fedeltà direttamente al sovrano, Carlo II e Codogno divenne infatti Regio Borgo. In epoca medioevale, la più antica costruzione a Codogno era il Castello, con le sue 4 torri. Ma con il sopraggiungere della signoria dei Trivulzio, il paese si allargò e la sede del potere si spostò presso il Palazzo Trivulzio, fatto edificare nel XV secolo.

CHIESA DI SAN BIAGIO E DI SANTA MARIA IMMACOLATA
Realizzata nella sue forme attuali a partire dal 1511 su edificio preesistente. Il progetto di edificazione fu completato con la realizzazione, nel 1584, dell'attuale facciata in cotto. Nel 1612 fu terminata la torre campanaria e, nei decenni successivi, all'edificio furono apportate significative modifiche.


CASALPUSTERLENGO
Il toponimo deriva dai Pusterla, casata a cui il borgo appartenne nel XIV secolo. A questi successero i Lampugnani, poi i marchesi Castelli e infine i Trivulzio. Storicamente è attestata la presenza di un importante mercato settimanale, descritto da fonti scritte già dal 1500. Particolarmente degni di nota sono gli avvenimenti legati alle apparizioni mariane avvenute, secondo la tradizione, nel 1574; queste diedero l'avvio alla devozione per la Madonna dei Cappuccini e furono all'origine dell'edificazione dell'omonimo santuario, situato dove anticamente sorgeva la chiesa di San Salvario e affidato alla comunità religiosa francescana.

SAN SALVARIO
Una chiesa dedicata a San Salvario (Santissimo Salvatore) è citata per la prima volta in un documento dell’anno 880, ritenuto, però, in seguito un falso piuttosto tardivo. La prima data sicura, perciò, in cui compare la chiesa è l’anno di un atto di donazione, il 1039. Dopo il continuo passaggio da un proprietario all’altro nel corso dei secoli, nel 1450 il terreno su cui era costruita la chiesa, il mulino e le case vicine passarono ai Lampugnani, i nuovi feudatari di Casale. Intanto nella prima metà del XV secolo un vasaio casalino, aiutato da un viandante sconosciuto, modellò nella creta una statua della Madonna con il Bambino Gesù, posta poi nell’antica chiesa di San Salvario. La statua di austera bellezza fu subito venerata e la chiesa divenne meta di molti devoti. Dal 1574 avvennero le apparizioni: per più sere si videro processioni di frati Cappuccini che andavano con lumi accesi a rendere omaggio alla Vergine Santissima, finché Lei stessa apparve a benedire quel luogo. Alla luce dei nuovi fatti la Confraternita dei Disciplini di Santa Marta, con sede nella chiesa di Sant’Antonio, chiese ai Lampugnani il terreno su cui sorgeva la chiesa di San Salvario per meglio custodirla. Essi rifiutarono e perciò i Disciplini portarono la statua della Madonna in Sant’Antonio. La tradizione, però, racconta che passò la notte e poco prima dell’alba una donna mentre percorreva il sentiero che da casa portava verso i campi si incontrò con l’immagine della Madonna che ritornava da sola nella sua Chiesina di San Salvario. La statua fu ritrovata in San Salvario, segno che la Madonna voleva essere onorata proprio lì. Si decise così di fondare un convento di Cappuccini in quel luogo.
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TORRE DEI PUSTERLAA testimoniare la presenza di un castello difeso da un fossato, costruito al tempo dei Pusterla, oggi c’è solo la sua Torre, che svetta sui tetti della parte vecchia di Casalpusterlengo ed è diventata ormai il simbolo della città. Il monumento è stato sottoposto a vari restauri ed è sede della Pro Loco e punto di riferimento per manifestazioni artistiche e culturali. La Torre Pusterla è un edificio del XIV secolo e fu adibita a carcere già nel XVI secolo. Nel 1864 il palazzo feudale adiacente venne demolito; era quanto restava dell'antico castello, la cui cinta muraria aveva in passato contenuto anche la chiesa dei Santi Gervasio e Protaso, non più esistente.


MIRADOLO TERME
Il nome di Miradolo appare ad ogni modo per la prima volta nel testamento dell'arcivescovo milanese Ariberto da Intimiano del 1034, quando viene indicato come Castrum Miradolium lasciando intuire che nell'area dell'attuale comune dovessero trovarsi delle fortificazioni o delle torri in area sopraelevata; a testimonianza di questo fatto sembrerebbe propendere la tesi secondo la quale il colle accanto al paese, noto ancora oggi col nome dialettale di Baltré, farebbe esplicito riferimento alla baltresca, una torre di legno per scopi militari largamente usata durante il periodo medievale. L'abitato è riportato in un documento dell' XI secolo come Miradolum in riferimento alla presenza di acque curative, ma si sa per certo che la località era nota almeno già dal secolo precedente per la presenza nel suo territorio di fonti naturali di acqua salina che erano utilizzate per scopo di conservazione dei cibi. Il borgo viene citato in un diploma del 1164.

CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO
La prima citazione risale al XIII secolo. Nel 1580 furono ultimati i lavori di riedificazione della chiesa. La prima pietra della nuova chiesa fu posta nel 1750.

SANTA CRISTINA
Il monastero di Santa Cristina presso Corteolona viene fondato, sotto la denominazione di monastero di Sant'Anastasio, da re Liutprando nella prima metà dell'VIII secolo; solo dal secolo IX assume la denominazione di Santa Cristina. Santa Cristina era già ricordata nell'itinerario di Sigerico del X secolo. Almeno dall’879, il monastero fu fortificato con torri e con una cinta muraria, entro la quale potevano trovare ristoro e rifugio i pellegrini che percorrevano la Via Francigena. Cominciò poi il declino che si concluse nel 1513, quando il cenobio venne soppresso e il complesso fu affidato ai monaci di Vallombrosa. Il monastero venne definitivamente soppresso nel 1654. Del grande complesso monastico (detto anche in modo improprio castello, per via delle evidenti opere difensive) si conservano tre corpi di fabbrica, disposti a “U”, nella parte meridionale del paese, sul terrazzo alluvionale che degrada verso il Po. L’impianto degli edifici dovrebbe risalire al XII secolo, anche se essi subirono profondi rimaneggiamenti nei secoli XIV e XVII. Si conservano l’abitazione dell’abate, le celle dei monaci, alcune parti rustiche del cenobio e due torri a pianta quadrata. 


CORTEOLONA
Il palazzo fu fatto realizzare da re Liutprando a partire dal 729. Il complesso era dotato di terme, poi fatte trasformare in chiesa, dedicata a Sant’Anastasio, alla quale fu poi aggiunto un monastero. Il palazzo continuò a essere utilizzato da re imperatori e nell’825, l’imperatoreLotario da qui emanò il Capitolare Olonense. Intorno al 900 Berengario I fece fortificare il palazzo e, alla metà del X secolo, l’imperatore Lotario II lasciò il palazzo alla moglie Adelaide che donò il borgo (insieme al monastero di Sant’Anastasio e al palazzo reale) al monastero del Santissimo Salvatore di Pavia.

BELGIOIOSO
La nascita di Belgioioso risale al tardo Medioevo e la fondazione del borgo è strettamente legata a quella del suo castello. Prima si chiamava Tabernellae.  Il primo Visconti fu Galeazzo II (dal 1359 al 1378.). Il nome di Bel-zojosus, latinizzazione del francese Beau-joyeux, indica che la sua costruzione fu senz’altro non anteriore al secolo XIV, periodo in cui in Lombardia si prese a usare nomi di derivazione francese, come anche per il castello di Beaurégard (Belriguardo”, da cui "Bereguardo” ononimo paese in provincia di Pavia). Gian Galeazzo Visconti, figlio di Galeazzo II e di Bianca di Savoia, ereditò dal padre l’amore per la caccia e quindi anche per il castello di Belgioioso, la cui riserva di caccia e il parco arrivavano a sud sino al Po, attraverso San Giacomo della Cerreta e a nord-ovest probabilmente si congiungevano con il parco del castello di Pavia. Fu infatti Gian Galeazzo a far costruire una strada che da Pavia conducesse a Belgioioso e a rendere più ameno il castello, ampliandone la struttura. Il borgo nacque nell'orbita del castello omonimo verso la fine del Quattrocento; esisteva allora anche una piccola chiesa con campanile ancora in costruzione: edificio destinato al culto della povera gente, lontano dal signore del castello. Il Castello era anche sede dell'amministrazione giudiziaria, con Podestà, ed aveva all'interno una prigione. Nel famoso testamento del 1397 in cui il Duca ordina che per rimedio e suffragio dell'anima sua si edifichi un monastero, casa e chiesa certosina, sul territorio pavese "in loco turris de Mangano": la Certosa di Pavia. Nel 1535, Pavia e tutto il suo principato passarono sotto il dominio degli spagnoli. Belgioioso non sfuggì al periodo di decadenza che investì tutta la Lombardia. Inoltre, alla fine del XVI secolo, il conte Galeotto, assassino riconosciuto, si stabilì nel borgo provocando preoccupazioni e incidenti. In breve gli abitanti, giunti al limite della sopportazione, si rivolsero al Pretore di Pavia, implorandolo da un lato di essere aiutati, ma dall'altro di non far trapelare la loro richiesta per paura di ritorsioni da parte di Galeotto. Il Settecento portò prosperità a Belgioioso, recando anche una grande novità: la contea venne elevata a principato del sacro romano Impero e i signori di Belgioioso potevano battere moneta. La signoria di Alberico XII recò progresso e pace, ma l'arrivo della rivoluzione francese portò nuovo scompiglio e rivolgimenti. La famosa rivolta di Pavia contro le truppe napoleoniche ebbe infatti inizio da Belgioioso e nei cruenti eventi successivi furono coinvolti molti belgioiosini. 

CASTELLO
Come molti altri castelli lombardi, anche quello di Belgioioso presenta un impianto quadrangolare, circondato da un largo fossato. Il complesso si articola su tre cortili interni, diversi (a causa delle ristrutturazioni e degli adeguamenti ai dettami stilistici che si sono susseguiti durante i secoli) per fisiognomia. Il fronte orientale conserva l’alto prospetto originale trecentesco, provvisto di ponte levatoio.

MOTTA SAN DAMIANO
La zona di Valle Salimbene fu caratterizzata dalla presenza, a partire dal medioevo, di cascine spesso dotate di ville padronali.  Appare nel XVII secolo come comune col nome di Cassina della Valle; faceva parte della Campagna Sottana di Pavia e non era infeudata. Il toponimo, secondo la tradizione, potrebbe derivare dalla presenza nell’area di beni del vescovo Damiano (680-710). La chiesa sorse intorno ai decenni centrali del XII secolo presso la piccola comunità. L’edificio, posto lungo la Via Francigena, fino al 1309 fu dei Templari e,, con la soppressione dell’ordine, passata ai Gerosolomitani.

Chi è Contardo? La risposta QUI
Blog ideato, scritto e curato da Monica Monici (visita il sito www.monicamonici.it).
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