SE CONTARDO FOSSE PASSATO PER MILANO...
Giungendo da Ferrara, sarebbe forse
entrato in città passando da Porta Tosa.
All'epoca di Contardo, Milano è un centro
molto grande, ma anche profondamente
diverso da quello che conosciamo noi
oggi. Non era ancora stato costruito
il Duomo, né il Castello Sforzesco; le
strade erano quelle di una città medievale.
MILANO
Fondata intorno al 590 a.C., fu conquistata da Roma nel 222 a.C. Nel 313 d.C. fu promulgato da Costantino il Grande l'editto di Milano, che concesse a tutti i cittadini la libertà di culto. Dal XII fino al XVI secolo, fu una delle più grandi città europee e un importante centro commerciale, divenendo così capitale del Ducato di Milano. Conquistata dagli spagnoli e poi dagli austriaci, divenne Capitale del Regno d'Italia napoleonico. Dopo la Restaurazione fu uno dei centri più attivi del Risorgimento. Insieme a Torino e a Genova ha guidato lo sviluppo industriale del Paese. Il toponimo, attestato come MEDIOLANUM, un termine composto formato dalle parole medio e (p)lanum, ovvero "in mezzo alla pianura" o "pianura di mezzo", con *planum divenuto lanum con caduta della p- di inizio di parola, che è tipica delle lingue celtiche. L'antica città era difesa da una cinta muraria provvista di torri che furono interamente distrutte durante l'assedio del 1162 da parte di Federico Barbarossa, venendo poi sostituite dalle mura medievali, realizzate a partire dal 1171. Le nuove mura, in muratura, erano intervallate da sei porte principali, che identificavano i relativi sestrieri in cui era divisa la città; a queste dovevano aggiungersi una decina di accessi fortificati secondari, comunemente chiamati pusterle. Architettonicamente le porte principali si costituivano di un doppio varco d'accesso (ad esclusione di Porta Ticinese, denominata appunto Porta Cicca, cioè piccola, perché caratterizzata da un solo fornice), fortificato con la presenza di una torre; le pusterle si caratterizzavano invece per la presenza di un solo fornice, ricavato all'interno di una fortificazione. Le porte principali della città erano: Porta Orientale, Porta Romana, Porta Ticinese, Porta Vercellina, Porta Comasina e Porta Nuova.
Nel 1228 fu approvato il piano regolatore del palacium novum, nell'attuale piazza dei Mercanti, dove si raggrupparono gli edifici pubblici. Nel dicembre 1232 era conclusa la costruzione nel broletto di Milano della loggia degli Osii, detta anche arengo, dalla quale si proclamavano le sentenze. Nel 1251 si decise di edificare il palazzo per il podestà, per i giudici e i notai e per i banchieri ed i cambiavaluta, mentre la torre sorse nel 1272, anche se in precedenza ne funzionava un'altra, nata come torre privata della famiglia dei Faroldi. Nel 1288 tutti gli edifici erano ultimati e l'insieme si configurava come un centro burocratico ed amministrativo.
Elencare e descrivere tutti i luoghi di culto presenti in città a metà del XIII secolo è impossibile. Basti pensare che, contando solo le chiese che ormai non esistono più, si supera la quarantina. TUTTE LE CHIESE SCOMPARSE DI MILANO QUI e QUI
MAGGIORI INFORMAZIONI SULLE PORTE E LE PUSTERLE QUI.
Nel 1228 fu approvato il piano regolatore del palacium novum, nell'attuale piazza dei Mercanti, dove si raggrupparono gli edifici pubblici. Nel dicembre 1232 era conclusa la costruzione nel broletto di Milano della loggia degli Osii, detta anche arengo, dalla quale si proclamavano le sentenze. Nel 1251 si decise di edificare il palazzo per il podestà, per i giudici e i notai e per i banchieri ed i cambiavaluta, mentre la torre sorse nel 1272, anche se in precedenza ne funzionava un'altra, nata come torre privata della famiglia dei Faroldi. Nel 1288 tutti gli edifici erano ultimati e l'insieme si configurava come un centro burocratico ed amministrativo.
Dopo la lotta tra le famiglie dei Della Torre e dei Visconti per il possesso della città e con il predominio di questi ultimi, la città divenne la capitale di uno Stato esteso, potente e ricco. La costruzione del Duomo cominciò nel 1386. La Rocca Giovia è l'antecedente del Castello Sforzesco. Galeazzo II Visconti, costruisce, tra il 1360 e il 1370, una rocca a cavallo della cinta medievale, inglobando la pusterla di Porta Giovia o Zobia. Il successore Gian Galeazzo aggiunge alla costruzione, nel 1392, edifici per gli alloggiamenti delle truppe stipendiate. Le due parti della struttura sono separate dal fossato della cinta medievale, il cosiddetto fossato morto, e verranno collegate solo successivamente da Filippo Maria.
OSPEDALE SAN LORENZO DEI POVERI
CONVENTO SANTA MARIA DELLE VETERI
Nel 1232 una comunità di monache agostiniane acquistò dal capitolo della basilica di San Lorenzo Maggiore il luogo ove sorgeva l'ospedale di San Lorenzo dei Poveri; ad esse, nel 1238, si unì la comunità di umiliate proveniente dalla casa di Sant'Eustorgio. Nel 1243 le religiose ottennero dal pontefice Innocenzo IV l'autorizzazione per iniziare a costruire la chiesa ed un cimitero loro destinato. Nel 1265 le monache, già poste sotto la direzione spirituale dei domenicani di Sant'Eustorgio, assunsero anch'esse la regola domenicana. Nel 1304 venne loro aggregato il monastero di Santa Maria del Fonteggio e nel 1576 undici monache provenienti dal soppresso convento di San Domenico di via Levata. L'ente venne soppresso nel 1799.
Nel 1232 una comunità di monache agostiniane acquistò dal capitolo della basilica di San Lorenzo Maggiore il luogo ove sorgeva l'ospedale di San Lorenzo dei Poveri; ad esse, nel 1238, si unì la comunità di umiliate proveniente dalla casa di Sant'Eustorgio. Nel 1243 le religiose ottennero dal pontefice Innocenzo IV l'autorizzazione per iniziare a costruire la chiesa ed un cimitero loro destinato. Nel 1265 le monache, già poste sotto la direzione spirituale dei domenicani di Sant'Eustorgio, assunsero anch'esse la regola domenicana. Nel 1304 venne loro aggregato il monastero di Santa Maria del Fonteggio e nel 1576 undici monache provenienti dal soppresso convento di San Domenico di via Levata. L'ente venne soppresso nel 1799.
OSPEDALE DEL BROLO
L'ospedale del Brolo venne istituito nel 1158 dall'unione di due ospedali: l'ospedale di San Barnaba in Brolo, fondato nel 1145 e l'ospedale di Santo Stefano alla ruota. Sorgeva nei pressi dell'attuale chiesa di Santo Stefano, all'esterno della cerchia delle mura romane ed era finanziato dalla donazioni dei milanesi. Dopo la nascita, nel 1456 dell'Ospedale Maggiore, l'ospedale del Brolo perse la propria importanza e venne chiuso nel XVII secolo.
L'ospedale del Brolo venne istituito nel 1158 dall'unione di due ospedali: l'ospedale di San Barnaba in Brolo, fondato nel 1145 e l'ospedale di Santo Stefano alla ruota. Sorgeva nei pressi dell'attuale chiesa di Santo Stefano, all'esterno della cerchia delle mura romane ed era finanziato dalla donazioni dei milanesi. Dopo la nascita, nel 1456 dell'Ospedale Maggiore, l'ospedale del Brolo perse la propria importanza e venne chiuso nel XVII secolo.
Elencare e descrivere tutti i luoghi di culto presenti in città a metà del XIII secolo è impossibile. Basti pensare che, contando solo le chiese che ormai non esistono più, si supera la quarantina. TUTTE LE CHIESE SCOMPARSE DI MILANO QUI e QUI
Descriveremo quindi solo alcune strutture; dove queste non sono più presenti nell'attuale assetto cittadino, verrà esplicitato di volta in volta. Le basiliche ambrosiane, cioè quelle volute e fatte costruire da S. Ambrogio, erano quattro, edificate ai quattro angoli della città: Basilica Martirum, oggi Sant’Ambrogio, consacrata nel 386 e completamente rifatta nei secoli; Basilica Apostolorum, oggi San Nazaro in corso di Porta Romana, consacrata nel 386 e oggetto di numerosi rifacimenti e aggiunte; Basilica Virginum, oggi San Simpliciano, terminata appunto da San Simpliciano, successore di Ambrogio tra il 397 e il 401; Basilica Prophetarum (poi S. Dionigi) demolita nel 1783. Le basiliche paleocristiane sono in totale dodici.
Il nome completo è 'basilica romana minore collegiata abbaziale prepositurale di Sant'Ambrogio', o 'basilica martyrum', edificata tra il 379 e il 386, quasi totalmente ricostruita tra il 1088 e l'inizio del XII secolo. Lo stesso Ambrogio vi ripose le reliquie dei santi martiri Gervasio e Protasio e vi trovò sepoltura nel 397. Il 4 agosto del 1258 la basilica divenne teatro della pace di Sant'Ambrogio, che pose fine alle lotte intestine del comune.
SAN DIONIGI (non più esistente)
Anche detta basilica prophetarum, è stata abbattuta nel Settecento. Si tratta di una delle quattro basiliche ambrosiane. Sant'Ambrogio diede ordine di recuperare la salma di un suo predecessore, San Dionigi. Secondo un resoconto dell'operazione la salma del santo vescovo sarebbe giunta a Milano per essere deposta in una cappella voluta dallo stesso Sant'Ambrogio e definita Sanctorum Veteris Testamenti o Sanctorum Omnium Prophetarum et Confessorum, che risalirebbe almeno al 381, anno di deposizione della salma di san Dionigi nella cappella. Nella stessa cappella, nel 475, venne posta anche la salma del vescovo armeno Aurelio, deceduto mentre era di passaggio a Milano e da quel momento la piccola cappella ebbe il titolo di Santi Dionigi e Aurelio. Nell'882 l'arcivescovo Angilberto I si risolse a costruire una nuova chiesa più grande per degnamente onorare il corpo di san Dionigi.
Anche detta basilica prophetarum, è stata abbattuta nel Settecento. Si tratta di una delle quattro basiliche ambrosiane. Sant'Ambrogio diede ordine di recuperare la salma di un suo predecessore, San Dionigi. Secondo un resoconto dell'operazione la salma del santo vescovo sarebbe giunta a Milano per essere deposta in una cappella voluta dallo stesso Sant'Ambrogio e definita Sanctorum Veteris Testamenti o Sanctorum Omnium Prophetarum et Confessorum, che risalirebbe almeno al 381, anno di deposizione della salma di san Dionigi nella cappella. Nella stessa cappella, nel 475, venne posta anche la salma del vescovo armeno Aurelio, deceduto mentre era di passaggio a Milano e da quel momento la piccola cappella ebbe il titolo di Santi Dionigi e Aurelio. Nell'882 l'arcivescovo Angilberto I si risolse a costruire una nuova chiesa più grande per degnamente onorare il corpo di san Dionigi.
La Basilica di San Simpliciano, o basilica virginum, è stata fatta costuire da Sant'Ambrogio che, nel IV secolo, la eresse fuori dalla Porta Cumensis. Attorno alla basilica fu costruito nel IX secolo un monastero benedettino. Modifiche alla struttura furono apportate tra l'XI e il XII secolo. Alla fine del Quattrocento fu costruito il chiostro. Fra il 1838 e il 1841 la chiesa fu sottoposta a pesanti interventi in stile neoclassico e neo-gotico.
SANTA TECLA (non più esistente)
Anche detta basilica maior o basilica nova, oggi non è più esistente. Si trovava sull'odierna piazza del Duomo. Realizzata nel 350, fu demolita nel 1461 per poter permettere la costruzione del Duomo di Milano. Nello stesso luogo dove era situata la basilica di Santa Tecla sorgeva un tempio pagano dedicato a Minerva.
SANTA MARIA MAGGIORE (non più esistente)
Anche detta basilica vetus o basilica minor, fu l'edificio religioso più importante della città prima della costruzione del Duomo. Progressivamente demolita a partire dal 1386 per poter permettere la costruzione dell'odierno Duomo di Milano, si trovava dove sorge ora la zona absidale. La sua costruzione iniziò nel 314. Il rifacimento dell'antica basilica vetus in chiave più moderna avvenne nell'836. Sorgeva di fianco alla chiesa di Santa Tecla e tra i due edifici si trovava il Battistero di San Giovanni alle Fonti, mentre a nord di Santa Maria Maggiore c'era il piccolo battistero di Santo Stefano alle Fonti. Il complesso episcopale comprendeva anche il palazzo arcivescovile e da un ospizio per anziani. Diventò l'edificio religioso usato nei mesi invernali mentre la basilica maior era utilizzata nei mesi estivi, con il trasferimento delle attività religiose tra i due edifici sacri, chiamato transmigratio, che era contraddistinto da grande solennità. C'era però un evento che poteva avvenire solo nella cattedrale di Santa Maria Maggiore: l'elezione del vescovo.
SANTA VALERIA (non più esistente)
Poco lontano dalla basilica di Sant'Ambrogio si trovano i resti della chiesa di Santa Valeria, la cui costruzione è anteriore al VII secolo. Demolita nel 1786, era dedicata a Santa Valeria, moglie di San Vitale e madre di San Gervasio e San Protaso.
Anche detta basilica vetus o basilica minor, fu l'edificio religioso più importante della città prima della costruzione del Duomo. Progressivamente demolita a partire dal 1386 per poter permettere la costruzione dell'odierno Duomo di Milano, si trovava dove sorge ora la zona absidale. La sua costruzione iniziò nel 314. Il rifacimento dell'antica basilica vetus in chiave più moderna avvenne nell'836. Sorgeva di fianco alla chiesa di Santa Tecla e tra i due edifici si trovava il Battistero di San Giovanni alle Fonti, mentre a nord di Santa Maria Maggiore c'era il piccolo battistero di Santo Stefano alle Fonti. Il complesso episcopale comprendeva anche il palazzo arcivescovile e da un ospizio per anziani. Diventò l'edificio religioso usato nei mesi invernali mentre la basilica maior era utilizzata nei mesi estivi, con il trasferimento delle attività religiose tra i due edifici sacri, chiamato transmigratio, che era contraddistinto da grande solennità. C'era però un evento che poteva avvenire solo nella cattedrale di Santa Maria Maggiore: l'elezione del vescovo.
SANTA VALERIA (non più esistente)
Poco lontano dalla basilica di Sant'Ambrogio si trovano i resti della chiesa di Santa Valeria, la cui costruzione è anteriore al VII secolo. Demolita nel 1786, era dedicata a Santa Valeria, moglie di San Vitale e madre di San Gervasio e San Protaso.
SACCELLO DI SAN VITTORE IN CIEL D'ORO
Realizzato come cappella a sé stante nel V secolo, venne inglobato nella basilica di Sant'Ambrogio in seguito. Fu edificato per ospitare le salme di San Vittore e di San Satiro, fratello di Sant'Ambrogio, morto prematuramente.
CRIPTA DI SAN SATIRO
Il sacello di San Vittore in ciel d'oro è provvisto di uno spazio sotterraneo che è chiamato "cripta di San Satiro". Un tempo ospitava le salme dei Santi. Attualmente ospita alcuni sarcofagi traslati nel IX secolo.
Realizzato come cappella a sé stante nel V secolo, venne inglobato nella basilica di Sant'Ambrogio in seguito. Fu edificato per ospitare le salme di San Vittore e di San Satiro, fratello di Sant'Ambrogio, morto prematuramente.
CRIPTA DI SAN SATIRO
Il sacello di San Vittore in ciel d'oro è provvisto di uno spazio sotterraneo che è chiamato "cripta di San Satiro". Un tempo ospitava le salme dei Santi. Attualmente ospita alcuni sarcofagi traslati nel IX secolo.
SAN LORENZO
La basilica di San Lorenzo, o basilica collegiata prepositurale di San Lorenzo Maggiore, anche nota come basilica palatina ed oggi detta San Lorenzo alle Colonne, fu ricostruita e modificata più volte nelle forme esterne conservando quasi completamente la primitiva pianta, realizzata tra il 390 e il 410, assieme alle antistanti colonne, un tempo parte dell'antiportico dell'edificio. La basilica è ritenuta essere il primo edificio a simmetria centrale dell'Occidente cristiano. Il primigenio nome basilica palatina deriva dalla vicinanza del Palazzo Imperiale Romano, chiamato genericamente palatium. Pesantemente rovinato da due incendi nel 1071 e nel 1075, la cupola crollò nel 1103, un altro incendio si verificò nel 1124. La chiesa fu quindi ricostruita, pur conservando inalterato l'impianto interno originale. Nel Rinascimento il tempio divenne un simbolo dei canoni classici perduti ricercati dagli umanisti, nonché un celebre caso di studio per le soluzioni statiche adottate per reggere una cupola così monumentale. La pianta, la cui struttura è rimasta pressoché immutata dalla sua fondazione, è formata da un quadrato ed un cerchio sovrapposti, propriamente chiamato tetraconco, ovvero una pianta centrale di forma quadrata con quattro absidi, uno per lato.SANCTI CALIMERII
La basilica di San Calimero, o basilica sancti Calimerii, è risalente almeno al 490, edificata sul luogo di un precedente tempio romano dedicato ad Apollo. Ha subito modifiche nel XVII secolo ed è stata completamente restaurata nel 1882. La cripta cinquecentesca conserva l'altare-tomba del vescovo San Calimero. Nella navata destra della cripta c'è un pozzo (funzionante) costruito sul luogo in cui le ossa furono ritrovate immerse nell'acqua, dando vita alla leggenda secondo cui il vescovo sarebbe stato martirizzato e il suo cadavere gettato per spregio in questo pozzo. L'acqua di questo pozzo era considerata in passato "miracolosa" contro la siccità e le malattie.
La basilica di San Calimero, o basilica sancti Calimerii, è risalente almeno al 490, edificata sul luogo di un precedente tempio romano dedicato ad Apollo. Ha subito modifiche nel XVII secolo ed è stata completamente restaurata nel 1882. La cripta cinquecentesca conserva l'altare-tomba del vescovo San Calimero. Nella navata destra della cripta c'è un pozzo (funzionante) costruito sul luogo in cui le ossa furono ritrovate immerse nell'acqua, dando vita alla leggenda secondo cui il vescovo sarebbe stato martirizzato e il suo cadavere gettato per spregio in questo pozzo. L'acqua di questo pozzo era considerata in passato "miracolosa" contro la siccità e le malattie.
SAN GIOVANNI IN CONCA
La cripta di San Giovanni in Conca è un monumento situato in piazza Missori. Si tratta dei resti dell'antica basilica di San Giovanni in Conca, anche detta basilica evangeliorum, della quale rimangono oggi solo poche tracce risalenti all'XI secolo. Originariamente dedicata agli evangelisti, fu in seguito dedicata a Giovanni apostolo. Il termine "in Conca" nel nome della cripta richiama un avvallamento del terreno su cui venne poi realizzata la basilica, che fu demolita tra il 1948 e il 1952 per esigenze viabilistiche. Realizzata tra il V e il VI secolo, in epoca paleocristiana non esisteva ancora l'usanza di intitolare le chiese a un solo santo. Con le stesse proporzioni venne ricostruita nell'XI secolo e poi, di nuovo, dopo le distruzioni del 1162, nel XIII secolo. Piacque ai Visconti l'eleganza della chiesa a tal punto che, nel XIV secolo, la inglobarono nel recinto della loro signorile dimora, facendone la propria cappella gentilizia. Nel 1531 Francesco Sforza donò la basilica all'ordine dei carmelitani, che vi costruirono accanto il monastero e alzarono il campanile. Nel 1782 venne soppresso l'ordine carmelitano e la chiesa venne soppressa definitivamente nel 1808, passando al Demanio. Nel secondo dopoguerra presunte e discutibili "esigenze imprescindibili di viabilità" condannarono definitivamente l'edificio, che fu demolito tra il 1948 e il 1952.
La cripta di San Giovanni in Conca è un monumento situato in piazza Missori. Si tratta dei resti dell'antica basilica di San Giovanni in Conca, anche detta basilica evangeliorum, della quale rimangono oggi solo poche tracce risalenti all'XI secolo. Originariamente dedicata agli evangelisti, fu in seguito dedicata a Giovanni apostolo. Il termine "in Conca" nel nome della cripta richiama un avvallamento del terreno su cui venne poi realizzata la basilica, che fu demolita tra il 1948 e il 1952 per esigenze viabilistiche. Realizzata tra il V e il VI secolo, in epoca paleocristiana non esisteva ancora l'usanza di intitolare le chiese a un solo santo. Con le stesse proporzioni venne ricostruita nell'XI secolo e poi, di nuovo, dopo le distruzioni del 1162, nel XIII secolo. Piacque ai Visconti l'eleganza della chiesa a tal punto che, nel XIV secolo, la inglobarono nel recinto della loro signorile dimora, facendone la propria cappella gentilizia. Nel 1531 Francesco Sforza donò la basilica all'ordine dei carmelitani, che vi costruirono accanto il monastero e alzarono il campanile. Nel 1782 venne soppresso l'ordine carmelitano e la chiesa venne soppressa definitivamente nel 1808, passando al Demanio. Nel secondo dopoguerra presunte e discutibili "esigenze imprescindibili di viabilità" condannarono definitivamente l'edificio, che fu demolito tra il 1948 e il 1952.
CHIESA DI SAN DONNINO ALLA MAZZA (non più esistente)
La chiesa di San Donnino alla Mazza era situata in prossimità delle mura romane nel 1162, su un'area precedentemente occupata da un tempio romano dedicato a Giano Bifronte. Fu Sant'Ambrogio a ordinare la demolizione dei templi pagani e la costruzione di chiese e basiliche cristiane. Sull'origine del nome esistono due ipotesi, riguardanti la presenza di una statua rappresentata mentre teneva una mazza; secondo un'altra ipotesi il nome deriverebbe invece da "massaria", ovvero uno spazio occupato da campi all'epoca circostante alla chiesa. La chiesa fu sconsacrata nel 1787, venduta ad un privato e demolita nel 1803.
La chiesa di San Donnino alla Mazza era situata in prossimità delle mura romane nel 1162, su un'area precedentemente occupata da un tempio romano dedicato a Giano Bifronte. Fu Sant'Ambrogio a ordinare la demolizione dei templi pagani e la costruzione di chiese e basiliche cristiane. Sull'origine del nome esistono due ipotesi, riguardanti la presenza di una statua rappresentata mentre teneva una mazza; secondo un'altra ipotesi il nome deriverebbe invece da "massaria", ovvero uno spazio occupato da campi all'epoca circostante alla chiesa. La chiesa fu sconsacrata nel 1787, venduta ad un privato e demolita nel 1803.
SAN PAOLO IN COMPITO (non più esistente)
Fondata alla fine del XI secolo. Ogni 24 agosto parte delle rendite della chiesa veniva utilizzata per donare pane, vino e denaro a dodici povere zitelle. Sotto l'altare maggiore, accessibile mediante una scalinata, vi era un'immagine della Vergine ritenuta miracolosa, ritrovata nel 1512.
Fondata alla fine del XI secolo. Ogni 24 agosto parte delle rendite della chiesa veniva utilizzata per donare pane, vino e denaro a dodici povere zitelle. Sotto l'altare maggiore, accessibile mediante una scalinata, vi era un'immagine della Vergine ritenuta miracolosa, ritrovata nel 1512.
SANT'EUSTORGIO
La basilica di Sant'Eustorgio, o basilica trium magorum, venne edificata probabilmente intorno all'anno 344. Secondo la tradizione, Sant'Eustorgio ricevette direttamente dall'imperatore Costante I un enorme sarcofago di pietra contenente le reliquie dei Magi, proveniente dalla Basilica di Santa Sofia a Costantinopoli, dove erano stati inumati diversi decenni prima dall'imperatrice Sant'Elena, che li aveva ritrovati durante il suo pellegrinaggio in terra Santa. Le reliquie, che furono trafugate nel 1162, furono in parte restituite nel 1904. Gli scavi archeologici condotti negli anni cinquanta e sessanta del secolo XX hanno portato alla luce frammenti di sepolture, lapidi e vasi che testimoniano l'antichità delle pratiche di culto nell'area cimiteriale della basilica. Nel 1227 fu affidata ai domenicani.
La basilica di Sant'Eustorgio, o basilica trium magorum, venne edificata probabilmente intorno all'anno 344. Secondo la tradizione, Sant'Eustorgio ricevette direttamente dall'imperatore Costante I un enorme sarcofago di pietra contenente le reliquie dei Magi, proveniente dalla Basilica di Santa Sofia a Costantinopoli, dove erano stati inumati diversi decenni prima dall'imperatrice Sant'Elena, che li aveva ritrovati durante il suo pellegrinaggio in terra Santa. Le reliquie, che furono trafugate nel 1162, furono in parte restituite nel 1904. Gli scavi archeologici condotti negli anni cinquanta e sessanta del secolo XX hanno portato alla luce frammenti di sepolture, lapidi e vasi che testimoniano l'antichità delle pratiche di culto nell'area cimiteriale della basilica. Nel 1227 fu affidata ai domenicani.
Costruita sui resti di un'antica basilica del IV secolo d.C., la chiesa di San Vittore al Corpo di Milano si contende con la Basilica di Sant'Eustorgio e la Basilica di San Lorenzo la possibile identificazione con la storica e antica basilica Porziana. La dicitura "al Corpo" deriva dal fatto che la chiesa sorge su un'antica area cimiteriale cristiana, posta al di fuori delle mura dell'antica città di Milano. A quell'epoca sorgeva in loco una basilica paleocristiana, che venne poi sostituita da un nuovo luogo di culto nel IX secolo. Nel Cinquecento il complesso passa nelle mani degli Olivetani che lo ristrutturarono completamente. L'interno presenta dodici cappelle decorate a stucco, che conservano pregiati affreschi delle grande scuola del Seicento milanese legata all'istituzione dell'Ambrosiana. Negli anni '50 e '60 del Novecento, alcuni importanti scavi archeologici hanno portato alla luce il Mausoleo imperiale: questa struttura, di forma ottagonale e pavimentata in mattoni ed opus sectile e decorato con mosaici e tarsie marmoree, era nata per accogliere le spoglie di Massimiano Erculeo, imperatore dell'Impero Romano d'Occidente e residente a Milano, una delle capitali imperiali dell'epoca. Vi vennero poi sepolti gli imperatori Valentiniano II e forse Graziano e addirittura Teodosio. Il mausoleo aveva un enorme recinto protettivo, le cui pareti erano intervallate da torrette e i cui chiostri sono proprio quelli dell'antico monastero di San Vittore.
SAN MAURIZIO
Il monastero è documentato già in epoca carolingia e riutilizza in parte alcuni edifici romani; ancora oggi fanno parte del complesso una torre poligonale, resto delle mura di Massimiano, e un'altra quadrata, che in origine faceva parte del circo romano. La costruzione della chiesa esistente ebbe inizio ne 1503. La chiesa fu concepita divisa in due parti, un'aula anteriore, pubblica, dedicata ai fedeli e un'aula più grande, posteriore, riservata esclusivamente alle monache del monastero. Le monache non potevano in alcun modo oltrepassare la parete divisoria; le porte di comunicazione fra le due aule furono aperte solo successivamente alla soppressione del convento, nell'Ottocento. Esse potevano assistere allo svolgersi della funzione, che veniva officiata nell'aula dei fedeli, attraverso una grande grata. Il convento, fra i più vasti e ricchi della città, fu soppresso nel 1798. Fu successivamente adibito a caserma, scuola femminile, ospedale militare nel corso dell'Ottocento, quando fu abbattuto il chiostro maggiore e gli edifici connessi. Attualmente è sede del Museo Archeologico. La chiesa ha subito notevoli interventi di restauro.
S.CELSO
L'edificio è stato eretto nel IV secolo e ricostruito nell'XI. Vi erano conservate le reliquie di San Celso, il santo legato a San Nazario, le cui reliquie erano invece nella basilica di San Nazaro in Brolo.
SAN SEPOLCRO
La chiesa venne fondata come privata nel 1030; il 15 luglio 1100, l'arcivescovo di Milano nel giorno delle celebrazioni del primo anniversario della spedizione crociata che nel 1099 prese Gerusalemme, ridedica la chiesa al San Sepolcro di Gerusalemme. I rimaneggiamenti furono d'altronde tantissimi nel corso dei secoli e fu eletta da San Carlo Borromeo a sede principale della congregazione degli Oblati da lui stesso fondata; lo stesso Borromeo istituì la cerimonia del Santo Chiodo che, annualmente, si snoda dal Duomo a San Sepolcro e motivando la scelta con queste parole: “In media civitate constructa, quasi Umbilicus iacet” (essendo stata costruita nel centro della città, ne è per così dire l’ombelico).
SANTA MARIA A VALLE (non più esistente)
La fondazione del monastero viene fatta risalire al 1137 quando due donne, Vualdrada e Truita, ottennero dalla badessa del Monastero Maggiore di Milano la chiesa di Santa Maria a Montano, nella pieve di Rosate. L'anno successivo la comunità era ormai divenuta monastero femminile di clausura a tutti gli effetti e, nel 1139 assunse la regola benedettina. Nel 1235, forse anche a causa dell'insicurezza delle campagne, le monache di Montano si trasferirono a Milano e vennero immesse nel possesso della chiesa milanese di Santa Maria in Valle in Porta Ticinese, da cui ereditarono la nuova intitolazione. Nel 1305 gli fu unito il monastero di San Salvatore in Battivacca fuori Porta Ticinese; nel 1468 quello di San Dalmazio di Coliate in pieve di Seveso; nel 1530 furono aggregate le monache domenicane di San Pietro Martire in Milano; nel 1567 furono accolte parte delle benedettine del monastero dei Santi Quirico e Giulitta di Cavaria, in pieve di Gallarate; nel 1568 tre monache del soppresso monastero di Santa Lucia in Porta Comasina; nel 1575 entrarono nel monastero le benedettine del soppresso monastero di San Giovanni Battista; nel 1578 le agostiniane di Santa Marcella; negli stessi anni fu annesso anche il convento di Santo Stefano al Bicerio. Soppresso l'ente nel 1798, gli edifici conventuali furono utilizzati quale ospizio per le religiose di altri enti soppressi; furono distrutti o inglobati in altri edifici a partire dal 1812.
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S.VINCENZO IN PRATO
La chiesa venne fondata come privata nel 1030; il 15 luglio 1100, l'arcivescovo di Milano nel giorno delle celebrazioni del primo anniversario della spedizione crociata che nel 1099 prese Gerusalemme, ridedica la chiesa al San Sepolcro di Gerusalemme. I rimaneggiamenti furono d'altronde tantissimi nel corso dei secoli e fu eletta da San Carlo Borromeo a sede principale della congregazione degli Oblati da lui stesso fondata; lo stesso Borromeo istituì la cerimonia del Santo Chiodo che, annualmente, si snoda dal Duomo a San Sepolcro e motivando la scelta con queste parole: “In media civitate constructa, quasi Umbilicus iacet” (essendo stata costruita nel centro della città, ne è per così dire l’ombelico).
SANTA MARIA A VALLE (non più esistente)
La fondazione del monastero viene fatta risalire al 1137 quando due donne, Vualdrada e Truita, ottennero dalla badessa del Monastero Maggiore di Milano la chiesa di Santa Maria a Montano, nella pieve di Rosate. L'anno successivo la comunità era ormai divenuta monastero femminile di clausura a tutti gli effetti e, nel 1139 assunse la regola benedettina. Nel 1235, forse anche a causa dell'insicurezza delle campagne, le monache di Montano si trasferirono a Milano e vennero immesse nel possesso della chiesa milanese di Santa Maria in Valle in Porta Ticinese, da cui ereditarono la nuova intitolazione. Nel 1305 gli fu unito il monastero di San Salvatore in Battivacca fuori Porta Ticinese; nel 1468 quello di San Dalmazio di Coliate in pieve di Seveso; nel 1530 furono aggregate le monache domenicane di San Pietro Martire in Milano; nel 1567 furono accolte parte delle benedettine del monastero dei Santi Quirico e Giulitta di Cavaria, in pieve di Gallarate; nel 1568 tre monache del soppresso monastero di Santa Lucia in Porta Comasina; nel 1575 entrarono nel monastero le benedettine del soppresso monastero di San Giovanni Battista; nel 1578 le agostiniane di Santa Marcella; negli stessi anni fu annesso anche il convento di Santo Stefano al Bicerio. Soppresso l'ente nel 1798, gli edifici conventuali furono utilizzati quale ospizio per le religiose di altri enti soppressi; furono distrutti o inglobati in altri edifici a partire dal 1812.
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S.VINCENZO IN PRATO
La basilica di San Vincenzo in Prato è l'unica chiesa milanese che conservi un autentico stile paleocristiano del primo tipo canonico, simbolo della semplicità; per l'assenza di sovrapposizioni di altri stili, è una sorta di catalogo delle componenti architettoniche paleocristiane. Può anche dare l'idea di come fosse la prima antica Basilica Vetus, perché ha similitudini di forme, proporzioni ed aspetti stilistici. Fu costruita forse sul luogo di un tempio romano o un oratorio che si trovava al centro di una necropoli romana. Secondo la tradizione, la prima più antica chiesa fu fondata nel 770 dal re longobardo Desiderio che la dedicò alla Vergine. Poi mutò dedicazione perché furono trovate le spoglie di San Vincenzo, conservate assieme a quelle di san Quirino e Nicomede, trovate nell'859 e quelle di Sant'Abbondio, trovate nel 1000. L'epiteto “in Prato”, fu acquisito perché sita nel podere detto Prata. Nell'806 fu aggiunto alla chiesa un monastero benedettino e tra il IX e XI secolo i monaci ricostruirono la chiesa ormai cadente. Nel 1520 il monastero fu soppresso e nel 1598 la chiesa fu restaurata. Nel 1797 la chiesa fu sconsacrata per essere adibita a magazzino militare, stalla e caserma; nell'Ottocento fu adibita a fabbrica di prodotti chimici e, curiosamente, il campanile era usato come ciminiera. Finalmente, nel 1880-90 fu restaurata e riaperta al culto.
S.MARCO
Le prime notizie certe risalgono al 1254 quando il priore generale degli Eremitani fece costruire una chiesa romanica, forse inglobando costruzioni precedenti. Nei documenti più antichi, la chiesa e il convento vengono indicati come situati in suburbis (in periferia) rispetto alla città. Il complesso era infatti immediatamente fuori dalla cerchia muraria medioevale, in prossimità della pusterla che si trovava fra Porta Nuova e Porta Cumana. La chiesa così edificata, divenuta casa generalizia dell'ordine agostiniano, fu la più grande della città fino al completamento del duomo e all'allungamento di San Francesco Grande. L'interno della struttura non subì modifiche rilevanti sino al XVII secolo.
SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO
E’ la notte del 1242 a Milano. Un giovane uomo, Massazio da Vigonzone, ha perso tutto al gioco all’Osteria del Cappello, lì proprio sotto il campanile, costruito nel X secolo, che protegge la Cappella di San Satiro, tra la Contrada del Falcone, oggi via Falcone, e la Contrada della Lupa, oggi via Torino. Pare che giocasse ai dadi, gioco molto in voga nella Milano medievale. Massazio è disperato: non gli è rimasto nulla se non quello che indossa. Lungo la strada non incontra nessuno contro cui avventarsi per sfogare tutta la collera che ha in corpo. E in un momento di follia si avventa con il pugnale contro la Madonna con il Bambino. Uno, due, tre colpi al collo e al petto del Bambino. Ma l’immagine inizia a sanguinare. Fiotti di sangue rosso e denso che terrorizzano anche Massazio che si inginocchia di fronte quell’immagine che solo pochi muniti prima aveva offeso e profanato. Massazio prende atto che di fronte a lui sta avvenendo un qualcosa di straordinario. Un miracolo. Un evento prodigioso a cui hanno assistito per secoli fedeli e pellegrini che qui nella cappella di San Satiro venivano a frotte, da ogni dove, e che chiedevano la grazia a quel Bambino sanguinante. La stessa traccia di sangue che ancor oggi si vede sull’immagine, posizionata all’interno della Chiesa di Santa Maria presso San Satiro nel punto più importante dell’edificio: l’altare maggiore. La basilica due secoli dopo quell’evento miracoloso venne completamente ripensata dall’architetto rinascimentale Donato Bramante. Era il 1478 quando l’Urbinate venne chiamato dai monaci di Sant’Ambrogio e a sua volta ,se ci è consentito, si produsse in un altro tipo di miracolo. Un “prodigio” ottico quello legato al celeberrimo finto coro prospettico, lì proprio sopra l’altare. In novantasette centimetri di profondità Bramante seppe ricreare la percezione di un abside dieci volte più profonda. E’ come se misurasse nove metri e settanta centimetri. Merito delle sue conoscenze e studi matematici e geometrici, merito di un sapere squisitamente umanistico. Di San Satiro, fratello di Sant’Ambrogio e Santa Marcellina, la chiesa milanese custodisce solo un ritratto. Sono scarsissime le notizie storiche sul fratello di Ambrogio, consacrato pochi anni dopo la morte avvenuta nel 378. Il suo nome per esteso era Uranio Satiro. Non è certa la data di nascita: forse nel 332 o nel 334 d.C. a Roma o più probabilmente a Treviri, in Germania. Di certo sappiamo che nel 374 era a Milano a fianco del fratello. Il suo compito era quello di assistere in tutte le attività Sant’Ambrogio, soprattutto nell’assistenza e ricovero dei poveri. San Satiro si ricorda il 17 settembre, ed è il patrono dei sagrestani dell’arcidiocesi di Milano. Le sue spoglie riposano nella Basilica di Sant’Ambrogio, accanto a quelle del fratello. Santa Maria presso san Satiro è l’unica chiesa al mondo a lui dedicata. Il nucleo più antico del complesso fu fondato nel IX secolo come una piccola chiesa dedicata a San Satiro, San Silvestro e Sant'Ambrogio. L'anno esatto della fondazione è controverso, la chiesetta è citata in documenti datati 972, 1087, 1103. Acquistati i terreni nel 1474 i lavori per la costruzione della nuova chiesa iniziarono nel 1478.
SAN BABILA
La costruzione della basilica risale agli ultimi decenni del secolo XI, sorta nei pressi delle mura della città, come risulta in un documento del 1099. Secondo la tradizione l'edificio fu eretto sulle vestigia del Concilium Sanctorum (Concilio dei santi), primitiva residenza del clero missionario orientale, sorto nel secolo VII sulle rovine di un tempio pagano dedicato al dio Sole. Nel corso dei secoli, la basilica di San Babila fu oggetto di svariate modifiche architettoniche. Nel 1826 le pessime condizioni ne suggerirono ad alcuni il progetto di demolirla. Tra il 1881 e il 1890 si procedette invece con il restauro della basilica, riportandola alle forme originarie. Il campanile, crollato nel 1575, fu riedificato nel 1821. La basilica di San Babila è legata al movimento civico del libero Comune e a quello religioso della Pataria. Presso la basilica hanno avuto origine, con il concorso dei suoi Canonici, le Cinque Giornate di Milano: da qui i cittadini mossero verso il Palazzo del Governo in Corso Monforte (attuale sede della Prefettura) per ottenere la costituzione della guardia civica.Chi è Contardo? La risposta QUI
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